LA TOLLERANZA VERSO GLI EBREI IN UN BREVETTO e la Schola spagnola.

Sinagoga degli Ebrei spagnoli nel ghetto veneziano


La tolleranza religiosa proverbiale di Venezia, conosciuta in tutta Europa era resa possibile dalla "presa di distanza" dal papa, che si formalizzò con le teorie di Paolo Sarpi, il gran servita che mise le basi dello stato moderno, senza però rinnegarne le radici profondamente cristiane. E' quella che io in un altro articolo ho definito la sua "La terza via", tra laicismo spinto e stato confessionale.
Un esempio ulteriore l'ho trovato sfogliando il libro "Inventori Stranieri a Venezia" in cui si cita la concessione di un privilegio ad un Ebreo il quale aveva chiesto il brevetto di una sua invenzione che ostacolava l'operazione criminosa di grattar via dalle monete in oro o argento, parte del metallo prezioso, alterandone quindi il valore effettivo. 

- L'Ebreo Israel di Ceneda presenta una supplica al Doge proponendo "un nuovo rimedio, sicuro, per levar in tutto et per sempre lo stronzar degli ori et le monede".  Chiede cento ducati al mese (cifra rilevante) per tutta la vita e il diritto "di liberare di un confinato da otto anni di prigione".
Chiede inoltre il privilegio "di poter stampare in ebraico, e ciò per mano degli operai cristiani, la qual maniera manca" a Venezia".
Il 19 febbraio 1611 (more veneto. in termini correnti 1612) il Senato delibera che l'Ebreo faccia gli esperimenti nel termine di quindici giorni. Se l'innovazione risulterà vera, gli sarà concessa "una giusta recognitione, oltre la facoltà di poter liberare un confinato, nonostante le cognizioni e i requisiti della legge a l'incontrario". Gli è anche concessa la facoltà di stampare in ebraico. 



La Scola Spagnola è la più vasta e la più conosciuta delle Sinagoghe veneziane. La costruzione, iniziata nel 1555 o nel 1584, secondo il Roth, fu completamente rifatta un secolo dopo (1635 o 1654) con soluzioni che possono ricordare quelle utilizzate dalla scuola di Baldassare Longhena (1598-1682), architetto di numerose Scuole e Palazzi veneziani (come la Scuola di S. Nicolò dei Greci e quella di S. Maria dei Carmini, di Ca' Pesaro, ora Museo di Arte Moderna e di Ca' Rezzonico, ora Museo del '700 veneziano, e della notissima Chiesa della Madonna della Salute).
La facciata appare quasi chiusa e costretta dalle case vicine ed anche le ampie finestre risaltano a malapena dall'angolo del Campiello. Sull'arco del portale d'ingresso leggiamo la scritta: "Beati coloro che risiedono nella Tua Casa e che continuamente Ti lodano" (Salmo 84, 5).
Nell'atrio, a sinistra, è situato un il Midrash Coanim che mantiene intatti i caratteri originari. Sulla parete di fondo è stata apposta una lapide con i nomi degli Ebrei deportati da Venezia nel 1943-1944, mentre numerose lapidi sulle pareti laterali ricordano esponenti delle più note famiglie veneziane: Treves, Maurogonato, Gentilomo, Belilios, Coen, Caravaglio. Sulla scala una antica cassetta per la beneficenza.

Per approfondire la posizione di Venezia  in campo religioso: /la-terza-via-di-paolo-sarpi-ne-laicismo.

Commenti