IL BRAVO IMPRENDITORE EBREO TUTELATO DA SAN MARCO




Oggi parliamo brevemente di Anselmo Gentili, ebreo, e della sua industria tessile che produceva schiavine, ovvero coperte di lana grezza, tanto che “in men di due anni” dopo aver consegnato oltre seicento schiavine per uso delle milizie del Lido ne aveva vendute altre tremila e trecento a privati, allo stesso prezzo, senza sovvenzioni pubbliche e tutele.

Allo scopo di difendere la sua attività tessile chiede il privilegio per altri otto anni per la sua industria,
come avviene per altri introduttori di nuove industrie. Infatti prima le coperte si dovevano importare
dall’estero, ed erano più care. Domanda anche l’esenzione dal dazio in uscita (da Venezia) per tutta
la sua produzione.


merletto veneziano del Settecento

Il 4 febbraio 1729 i Deputati al Commercio confermano quanto già deliberato a favore del Gentili “anche se Ebreo”. La fabbrica è ben avviata e vi è notevole domanda . Lo ritengono un atto di grazia “molto ben impegnato” dato che vi sono molte persone occupate nella filatura e nella tintura finale dei prodotti e ancor più per evitare che i sudditi siano soggetti a esborsi che li svenano (è scritto così) per comperare coperte che provengono dall’estero, troppo care per le tasche più povere.

Qualche anno dopo, il Gentili si mette a produrre un altro tipo di coperte chiamate “amole” e la fabbrica si amplia ulteriormente. Altro lavoro per i telai aggiunti che richiedono operaie e operai i quali potranno sfamare così le loro famiglie.

Don Giovanni Battista Martini, parroco di San Simone, Venezia, conferma che il Gentili ha fornito
lavoro “da filare” ad oltre 80 femmine. Don Domenico Urbani, parroco di San Marcilian, parla di
oltre 100 tra uomini e donne impiegati stabilmente. Chiede quindi l’estensione dei privilegi concessi
precedentemente per le schiavine ance per la nuova produzione.

I “privilegi” verranno concessi e il nostro industriale, ormai lanciato nel settore tessile, estenderà man mano, sempre incoraggiato da giuste esenzioni per l’export, introdurrà altri tipi di tessuti oltre alle “schiavine e alle “amole”. Il Senato raccomanderà però ai Cinque savi di vigilare affinché siano sempre impiegate nella lavorazione ” maestranze cristiane”.

Mi pareva bello proporvelo, in periodi in cui, per il solo fatto di aprire una partita Iva, si è trattati da evasori potenziali criminali, nonché soffocati da un mare di tasse. Che crescono in proporzione alla gente salariata o impiegata nell’azienda a cui si offre un lavoro, quasi fosse una cosa da scoraggiare.

fonte: “INVENTORI STRANIERI A VENEZIA” di Roberto Berveglieri, ed Istituto veneto di Scienze, Lettere e Arti.



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