I VERI CAVALIERI DI SAN MARCO, COME NACQUERO, CHI ERANO

Croce di cavaliere di San Marco concessa al capitano Giovanni Bronza di Perasto (1730), esposta alla Mostra sui tesori del Montenegro.

I CAVALIERI DI SAN MARCO. le origini dell'antica onorificenza militare. l'unica rilasciata dalla nostra Repubblica, assai avara nella concessione di onori, dato che quando un personaggio anche eminente moriva in difesa dello stato l'idea era che "el gaveva fato el dover suo". Trascrivo qui quanto ha riportato Dan Morel in una sua ricerca unendolo a quanto ho invece trovato personalmente:

"Si dispensino ancora quelle grazie, e beneficio del soldo, agli individui e famiglie del popolo; alle persone di estrazione più civile si promettano in premio cariche, privilegi, titoli d'onor. Si istituisca qualche ordine di cavalleria, si prometta reggimenti e altri avanzamenti onorevoli" così il Magistrato alla Milizia, conforme ai decreti del Senato del 1539 e del 1595 premiava gli atti al valor militare. 
Per quanto si sia cercato negli archivi non vi è traccia della data di nascita dell'onorificenza, che pare antica. Vi è tuttavia un documento della concessione di tale onore.
Una descrizione dei documenti tratti dal Museo Correr, in uno dei quali riguardanti la relazione di un combattimento, si legge quanto segue:
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.. Il 17 Aprile il capitano Marco Jvanovich con la sua tartana Santissimo Crocefisso e Madonna del Rosario, navigava verso il Regno di Morea. Giunto nelle acque di Patrasso si imbatté in un legno barbaresco che, avendo invano inseguito i due grosso battelli, coperti di bandiera veneta dirigeva a vele spiegate la prora verso la sua tartana. Tenta l’Jvanovich di proseguire celermente la rotta, ma visto inutile ogni sforzo contro la velocità della nave nemica, s’apparecchiava coraggiosamente all’assalto ed innalza l’insegna gloriosa di San Marco, mentre per il legno avversario veniva issata la bandiera di Tripoli.
La disparità delle forze apparve subito evidente.
La nave tripolitana molto più grande avea un equipaggiamento di 200 marinai e 16 cannoni. Che doveva fare il Capitano veneto con i suoi 19 uomini e con solo 8 pezzi di artiglieria? Lo scontro tuttavia era inevitabile e l’Jvanovich risoluto a morire piuttosto che cadere preda nemica, si disponeva a far pagar cara la corsaro la audace impresa.
Un colpo di cannone a salve, quasi gli intima la resa ed egli risponde con una nutrita scarica di artiglieria che fa impegnare vivace e accanita la pugna. Si combatte per ore ed ore continuamente, la tartana veneta respinge per tre volte l’assalto nemico, finché calata la notte, il corsaro, danneggiato nell’equipaggio e nella nave, abbandona l’impresa.

Nella chiesa dei Ss. Giorgio e Trifone degli Schiavoni, a Venezia, esiste un quadro rappresentante l’azione navale che valse a Marco Jvanovich il Cavalierato di San Marco, nel centro al basso del quadro, vi è un medaglione con il ritratto dell’Jvanovich stesso, che con la mano mostra sollevandola, la croce di Cavaliere che gli pende dal lato del petto. E' quello nella foto sopra.

Al Civico Museo Correr di Venezia si trovano due Croci di “Cavaliere di San Marco” e una collana d’oro con medaglia pure della Repubblica veneta.
Ad una di esse è inoltre unita la relativa fettuccia di sostegno di stoffa, mentre l’altra ha pezzi di catenella veneziana “Manin” riunita all’ estremità da fermagli lavorati a fregi.

Il Serenissimo Doge Alvise Mocenigo conferì nel 1769 il titolo equestre in perpetuo ai Canonici della Cattedrale di Treviso del quale ancor oggi si fregiano.
fonte: www.cavalieridisanmarco.it/storia

All'inizio furono solo di due forge, d'oro e d'argento, ed erano da considerarsi come "pubblico e onorifico contrassegno per le azioni di segnalato valore". La decorazione poteva esser concessa esclusivamente ai "Bassi uffiziali e soldati" in conformità ai decreti del Senato "li premi in denaro dovranno essere riservati par gente misera e bisognosa". All'assegnatario comportava un soprassoldo annuo pari a un mese di paga, se medaglia d'oro e mezza mesata, se medaglia d'argento. Il conferimento della decorazione doveva avvenire con una cerimonia pubblica ed alla presenza dei reparti in armi..
i cavalieri di San Marco attuali di recente ricostituzione,  morta la Repubblica vera... quella marciana.

La stola d'Oro dei Patrizi

Gualtiero Scapini Dal mio libro "FLANGINI": Flangini voleva rimanere sul ponte di comando per dare ordini fino al suo ultimo respiro, ma la sua mortale ferita frenò l’offensiva e si lasciò alla flotta ottomana il tempo di rifugiarsi nel porto di Stalimene. L’ammiraglio morente formò una linea di battaglia ma gli ottomani si ritirarono. Poi Lodovico Flangini, ormai morente, ordinò che lo portassero in coperta, a poppa della sua nave, e lì, incitando i suoi a continuare a combattere: “ Vardè, San Marco ne aiuta!”, come Epaminonda, spirò. Per la sua morte eroica suo fratello Costantino, per decisione del Senato Veneto, ricevette l’ambita Stola d’oro dell’Ordine di San Marco e fu ordinato Cavaliere di San Marco. L’Ordine della Stola d’Oro di San Marco fu creato per distinguere i patrizi da tutti gli altri cavalieri decorati con l’Ordine di San Marco.
il monumento a Lodovico Flangini nel loggiato del palazzo dei Rettori a Feltre: malgrado la mia identificazione certa, la statua rimane senza nome, dopo lo scalpellamento dei francesi e dei vandali giacobini
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La Stola d'oro consisteva in una fascia in broccato d'oro a fiori, passante dalla spalla destra sul fianco a sinistra. Era completata da una medaglia, come una spilla da infilare sull’abito. Il Senato Veneto la utilizzava per distinguere i suoi membri degni di portarla per meriti militari. Il numero dei personaggi premiati fu approssimativamente di 20 e la decorazione era ereditaria e poteva essere concessa anche ai discendenti fino a ché la Serenissima Repubblica non ne revocasse l’uso.

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