"SBREGAR LA CIOCA!" LO STRANO FIDANZARSI DEI "CIMBRI"

casa cimbra della Lessinia


Sbregàr la ciòca: ossia il fidanzamento.
Di Piero Piazzola

Ma nel “filò” si combinavano anche i matrimoni. I “morosi” si ritrovavano al “filò”, chiacchieravano, si davano appuntamenti per la domenica, per la sagra nei paesi vicini e nel proprio paese, per incontrarsi quando la ragazza andava a custodire il bestiame al pascolo; insomma, per mandar avanti il “rapporto” iniziato, che, in altri termini, altro non era che un preludio bello e buono al fidanzamento. Ma bisognava andar nelle case a far “filò” con la morosa, se si voleva che il rapporto avesse un seguito. I genitori della ragazza pretendevano di prendere contatti visivi e anche “parlati” con el moroso: in casa, non nella stalla.
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Il fidanzamento, presso le popolazioni di origine cimbra della Lessinia aveva luogo in un modo molto strano. Un mese prima delle pubblicazioni ufficiali in chiesa e in comune, il padre del futuro sposo (con lo sposo insieme, che era poi suo figlio), a notte fonda, senza far pubblicità, si partivano da casa e andavano a casa del padre della futura sposa. La madre della ragazza, intanto aveva preparato una cenetta, una bella gallina (una ciòca, cioè, bella grassa), cotta a lesso. Tutti sedevano a tavola e, dopo alcuni discorsi del più e del meno, di carattere generale e locale ma che nulla avevano a che vedere con gli obiettivi di quella sera, e dopo la rituale domanda del padre dello sposo al padre della sposa se era contento di dare la mano della figlia al proprio figliolo, il padre della sposa agguantava la gallina, preparata sul tavolo, la impugnava per le gambe e la sbregàva (la spaccava in due o in più pezzi) e ne dava un pezzo ad ognuno dei convitati. Non v’era bisogno di coltelli o di forbici per quell’occasione. La proposta di matrimonio era così suggellata con un documento non firmato, ma ugualmente valido perché consacrato dalla tradizione. La tradizione diventava … cerimoniale, rito, culto.

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