L'ATTO DI DEDIZIONE ALLA "DOMINANTE", e il vero federalismo.



I popoli hanno un Dna come gli individui, formato dalla storia in cui si sono forgiati. Ebbene, i Veneti sono nati, fin dall'antichità, federalisti, e governati da assemblee e non da tiranni. Una tradizione che troviamo rispettata fin dagli albori della loro storia, portata avanti fino alla modernità dai Venetici di laguna, che scelsero la struttura di uno stato federale, quando il Dogato si espanse in Terraferma, demandando molto alle assemblee cittadine locali.
Del resto, una élite di 3000 individui poteva reggere uno stato sempre più esteso e complesso, solo decentrando il potere e mantenendo il più possibile autonomie delle città e dei borghi,
.A questo sistema federale, molto vicino a quello attuato ancora oggi in Svizzera, si accoppiò una buona amministrazione della Giustizia, e un controllo spietato dell'operato dei governanti e dei funzionari pubblici.


Gherardo Ortalli, studioso del store scriveva a proposito della Dedizione:


Il meccanismo della deditio era piuttosto semplice. 
La comunità elencava in una serie di capitoli le materie sulle quali chiedeva alla capitale una serie di concessioni e riconoscimenti. Messe a punto le richieste sulle materie che parevano più urgenti e di maggiore rilievo, una rappresentanza autorevole della comunità esponeva l'elenco alle autorità veneziane  e qui si apriva una sorta di contrattazione nella quale in ogni modo Venezia restava la parte forte. 
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Dopo che le richieste eran passate al vaglio degli organi istituzionali veneziani le decisioni assunte (ossia le concessioni fatte) venivano formalizzate in un documento che, nella forma di privilegio, ossia come atto unilaterale del dominio, rispondeva punto per punto ai diversi capitoli della richiesta chiarendo cosa veniva concesso, cosa veniva negato, cosa si riconosceva soltanto in parte. 
Tutto era poi raccolto in un documento di estrema solennintà. una ducale, ossia una di quelle scritture prodotte nel nome del Doge stesso, che peraltro, si badi, anche in questo caso non aveva nessun potere decisionale autonomo ma svolgeva la funzione di rappresentante e simbolo dell'autorità pubblica. 
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Eamus ad bonos venetos, sta scritto nel frontespizio degli statuti cadorini
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Questa ducale o privilegio, o patto diventava immediatamente un documento fondamentale per la comunità locale, e veniva trascritto in documenti ufficiali di particolare prestigio come, ad esempio, il registro delle ducali o persino il codice degli statuti cittadini, quello in cui era raccolta la legislazione propria e specifica della città.

Tratto da "Società, economia, istituzioni elementi per la conoscenza della repubblica veneta" autori vari edito dalla regione

Commenti

  1. Basta che copino i ns governanti non devono inventare nulla se non l'onestà digo ben ??

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