ALESSANDRO MOCELLIN SUONA LA "ZAMPOGNA" BALASSO


Ormai ho, abbiamo, ben chiaro il quadro del Veneto: considerato una colonia dall'Italia, da sfruttare come una vacca da mungere per mantenere una classe politica  e burocratica parassita come poche al mondo, forse unica in Europa e ai Veneti del tutto estranea..
Nelle colonie romane c'erano i "praefecti" e guarda caso, da noi son tornati con l'annessione del 1866; naturalmente non sono "indigeni" ma vengono da territori a noi esterni e sono nominati dai dominatori, ma pare non basti agli occupanti per il controllo sicuro del dominio. Occorrono altre figure: quella dell'ascaro affabulatore, ad esempio, questa volta "indigeno" il quale funge da imbonitore  attraverso i media, che lo presentano  e lo impongono ai veneti  onde imparino tra l'altro che l'idioma locale è un dialetto buffo, da macchietta, senza alcuna dignità storica di lingua, come il sardo o persino il cimbro. Che i Veneti lo parlassero già dal IV secolo d.C. non ha importanza e probabilmente il guitto Balasso neanche lo sa. 
Lui è il frutto del lavaggio del cervello del "paron 'talian" e quindi eccolo continuare la macchietta  dei veneti analfabeti e "inbriaghi" come ci spiega anche il suo amico toscani (minuscolo)  a ogni pié sospinto, in modo che i  conterranei  del Balasso vivano quotidianamente il compesso di inferiorità che li porterà a considerare l'ocupazione attuale, come una benedizione, un'opera di "civilizzazione" di noi "selvadeghi". Civilazzione che non ha prezzo, in termini di tasse da pagare.. 

Vi riporto il post del grande Alessandro Mocellin; buon divertimento.
Caro Natalino Balasso,
[commento il Suo videomessaggio di capodanno 2018]
quando si ringraziano più persone o gruppi o organizzazioni in un'unica lista, per quanto essa sia fantasiosa, in italiano si scrive "si ringraziano", non "si ringrazia" (foto).
Se Lei studiasse un po' il Suo veneto imparerebbe a mantenere distinti i due codici linguistici e questi erroracci da analfabeta li eviterebbe nel Suo italiano cosmetico.
Se oltretutto Lei studiasse un po' di linguistica, si vergognerebbe a classificare una lingua in base all'inabilità espressiva Sua o di Suoi consimili.
Se poi studiasse anche un po' di dizione veneta, il Suo parlare non risulterebbe così cacofonico (e magari ci risparmierebbe le Sue cacologie derivate?). Capisco che se Lei è una zampogna sarà portato a credere che tutti siano zampogne, ma non potrà certo dire che l'intero concerto farà schifo solo estendendo a tutti lo spartito del Suo fiato: non si preoccupi, perché tra i venetofoni non ci sono solo zampogne come Lei.
Mi perdonerà l'ardir mio esplicativo, magari me ne avrò da pentire se da un fresatore che si crede tennista non ci si può aspettare nulla di più che da un comico che si crede linguista.
E poi quando un madrelingua veneto schernisce la sua propria lingua madre, io mi chiedo sempre: perché? Sarà odio di sé?
Tanti cari augurii.
Alessandro Mocellin
{Autore di pubblicazioni scientifiche in campo linguistico e docente dei Corsi di lingua veneta}
il video messaggio del Natalino;

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