DAL BERRETTO DEI CAPI VENETICI AL CORNO DOGAL



Una straordinaria continuità forse unica al mondo lega i Veneti a un percorso storico lungo più di 3000 anni. Non è facile trovare un popolo con un passato che affonda le radici addirittura nell'età del bronzo, malgrado certi storici  "italianisti" d'oggi cerchino di sminuire e negare quello che il passato ci mostra. Mettendo in dubbio addirittura l'esistenza di una Nazione Veneta.
Ecco una ulteriore prova del nostro lunghissimo percorso storico nel posto più sacro per i Veneti marciani (non solo quindi per i veneziani), la Basilica del nostro Santo Protetor nella Capitale. Ma lascio la parola al caro amico Edoardo Rubini:
Mosaico del Ricevimento del corpo di san Marco nella Cappella di san Clemente nella basilica di San Marco, risalente al Millecento. La composizione mostra il Doge Giustiniano Partecipazio nell’828 mentre accoglie le reliquie di San Marco. Il gruppo di sinistra è composto dal Vescovo Metropolita di Grado, Venerio Trasmondo, con i Vescovi suffraganei.

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Il gruppo di destra è composto, oltre al Doge, dai Tribuni, che indossano un beretto frigio simile a quello della casta sacerdotale dei Veneti antichi che si vede nella situla di Vače (V sec. a.C.) e da un maggiorente con la spada, forse suo fratello Giovanni, in cui favore poco dopo Giustiniano abdica.

Furono i Tribuni a perpetuare l’uso veneto del berretto frigio che poi evolse nel corno dogale.
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Ed ecco il berretto frigio identico a quello dei tribuni veneti della basilica marciana, che compare nella situla di Vace in Slovenia
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Il Doge Giustiniano indossa un mantello azzurro adornato da grandi gigli, un tipo di decorazione analoga ad una miniatura vaticana raffigurante Alessio I Comneno. Altri influssi bizantini sono gli epimanikia, manicotti usati per raccogliere le maniche, ancora presenti negli abiti liturgici ortodossi, che adornano la veste viola del Doge ed il copricapo giallo ornato di pietre preziose, si direbbe un camaleuco, cuffia sulla quale venivano apposte decorazioni in oro, gioielli e pietre preziose, che distingueva la nobiltà bizantina sin dal VI secolo. Quindi, fu dapprima un copricapo poi, in età comnena, divenne la corona ufficiale dell'impero romano d'oriente, abbellita con pendagli laterali (qui assenti). Quando il Meridione d’Italia fu strappato ai Bizantini dai Normanni, questi ultimi ereditarono l'uso del camaleuco, come nel caso di Federico II di Svevia
una sacerdotessa veneta

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