ALCMANE E LA SUA BELLA SIMILE A UN PULEDRO (V)ENETO



Tra il IV e il V secolo a.C. i Veneti raggiunsero il loro primo apice, come civiltà. Una particolare esclusiva che li fece conoscere in tutto l'Adriatico ed il Mediterraneo, fu anche (ma non solo)  una razza di cavalli contrassegnati col marchio di un lupo, famosi per la loro bellezza e prestanza nella corsa.
Ecco quindi il famoso poeta  greco classico Alcmane paragonare la sua bella amata Agidò a un puledro "eneto" (all'epoca i greci non usavano la lettera V).

ALCMANE E LA BELTA' FEMMINILE PARAGONATA A UN PULEDRO VENETO

Alcmane, poeta greco  del V sec. a.C. paragona una fanciulla bellissima a un puledro "eneto".
Descrive una festa di fanciulle, dominate dalla luminosa Agidò: una ragazza della nobiltà spartana. Ecco i suoi versi immortali:
"Agido ci appare così bella,
come se qualcuno ponesse in mezzo al gregge un cavallo vigoroso,
vincitore di tornei,
dagli zoccoli risonanti di sogni alati.
NON VEDI? LEI E' UN CORSIERO ENETO..."

Le parole colpiscono, per la loro bellezza. Chi guarda la donna, il suo corpo flessuoso, il suo sguardo che immaginiamo inquieto e fiero, ne intuisce l'animo pieno di sogni grandi, traboccante di emozioni.
Una donna quindi indomita, libera, vincitrice, che emerge dal gregge delle altre figure femminili e, pare a me, estremamente attuale. Con il cuore pieno di "sogni alati".
Alcmane,sei grande...

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