LE FOTOGRAFIE ANTE LITTERAM DEL CANALETTO E DEL BELLOTTO

Oggi un amico mi ha inviato due stampe stupende, che credo siano del Canaletto, riguardante la chiesa di San Geminiano demolita dall'Attila dei Veneti, come lui amava chiamarsi, Napoleone. 
Quello che colpisce anche chi non ama particolarmente la pittura, è la straordinaria capacità sua e di a atri grandi come Bellotto o Carnevarijs di riprodurre in maniera fotografica la realtà. 
Il segreto, come saprete, sta nell'uso della camera oscura, per cui la mano dell'artista riportava sul foglio seguendo e calcando fedelmente, la riproduzione ottica trasmessa per mezzo di una lente. 
Eccovi spiegato il mistero in un breve articolo.

La storia della fotografia descrive le vicende che portarono alla realizzazione di uno strumento capace di registrare il mondo circostante grazie all'effetto della luce. 
Oggi le foto camere digitali permettono a tutti di scattare delle foto perfette . Ma per entrare nel merito del post che ci accingiamo a pubblicare “La camera ottica di Canaletto” bisogna prima fare un piccolo passo indietro nel tempo e ricordarsi delle foto analogiche che tutti noi per anni abbiamo scattato.
Ricorderete certamente le nostre care ed obsolete macchine fotografiche che ci hanno accompagnate nei nostri viaggi . Vi ricorderete certamente delle pellicole in bianco e nero, o di quelle a colori, nonché delle diapositive dai colori brillanti, che proiettavamo sugli appositi teli perlinati. Ecco, con questi non lontani ricordi, ora ci prepariamo ad un ulteriore salto,ci portiamo fuori dal nostro tempo attuale ,facciamo un salto indietro di tre secoli ,siamo nel Settecento anche se la fotografia si concretizzò agli inizi dell' 800 e precisamente nel 1824 con Louis-Jacques-Mandé Daguerre , artista e chimico francese.
Nato a Cormeilles- en- Parisis il 18 Novembre 1787 e morto a–Bry sur Marne,18 luglio 1851) egli è stato un riconosciuto universalmente come l'inventore, (con la collaborazione di Joseph Nicéphore Niépce del processo fotografico chiamato dagherrotipi.
LA CAMERA OTTICA DI CANALETTO 
La camera ottica o camera oscura si basa su principi elementari : ogni oggetto esteso riflette la luce in varie direzioni; il fascio di raggi luminosi convergenti, che passa per un foro di piccole dimensioni, al di là del foro assume una configurazione divergente e, intersecato da uno schermo piano, vi forma un’immagine rovesciata e invertita.
Questa immagine per essere visibile va osservata in un ambiente molto meno luminoso dell’ambiente in cui si trova l’oggetto esterno, quindi una camera o scatola oscura.
Una lente convessa, posta in corrispondenza del foro, consente di ottenere immagini più intense e precise. L’immagine può essere raddrizzata con uno specchio piano orientato in diagonale. con uno specchio concavo o con una seconda lente. All’inizio del XVII secolo sembra che lo stesso Keplero abbia inventato una camera oscura portatile.
abbozzo di opera del Vanvitelli

Le camere oscure portatili erano costruite con uno specchio girevole e una lente alla sommità di una tenda di piccole dimensioni un’evoluzione successiva fu la creazione di uno strumento in forma di scatola munita di specchi, lenti e schermi .
Se lo schermo era costituito da un foglio su cui tracciare le linee che definiscono gli oggetti, diveniva possibile rilevare con grande precisione una veduta. 
Così operava il Canaletto portando le sue camere ottiche nelle calli veneziane: nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia è conservato uno dei suoi quaderni di appunti contenente disegni che, collegati in gruppi da due a quattro, formano delle vedute continue
Una volta rilevate più vedute, ottenute orientando in varie direzioni l’obiettivo della camera ottica, e dopo aver annotato colori ombre, condizioni delle architetture, il Canaletto componeva in studio i dipinti corrispondenti, usando naturalmente compassi rapportatori e pantografi per dare alle vedute la dimensione opportuna.
Pubblicato da Elio Bugge sul Bolg elioarte

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