I VENETI DEL BRASILE DALLA PADELLA ITALIOTA ALLA BRACE DEL GOVERNO CENTRALE

Rio Grande  do Sol è uno stato facente parte della confederazione brasiliana in cui è presente la più grande colonia di discendenti dei veneti emigrati dalla miseria a cui li aveva condannati l'Italia dopo il 1866. Deportati in mezzo alla foresta con le loro forze costruirono prima le baracche poi le case.. poi meravigliose città, insieme ad altre etnie, Certamente si distinsero e si distinguono ancora per la loro laboriosità ed etica del lavoro, che l'imperatore del Brasile di allora apprezzò molto.
Ora quello stato è il motore del Brasile ma la sua ricchezza viene risucchiata dal governo centrale e a noi Veneti rimasti questo ricorda in maniera dolorosa la nostra situazione attuale. Da questo fatto è nato il titolo dell'articolo.
Già nel secolo scorso vi furono dei moti secessionisti e, indovinate un po' chi si batté per loro? Giuseppe Garibaldi che da noi invece si batté (con l'appoggio di potenze europee e massoneria) per riunificare lo stivale. Vien da ridere.... poi ci fu un altro tentativo nel 1932, leggo qua.
Ecco cosa mi scrive un mio contatto veneto basiliano:

Milo la gente veneta brasiliana di Rio Grande do Sol  capisce molto bene il suo malcontento, dal momento che vivo in un ricco e ricco stato che raccoglie l'equivalente in euro 132.831.213.899,33 e riceve in cambio 10.606.763.943,68 € o che è un disavanzo di 453.452.709.335,46 e con un assurda migrazione interna dovuta agli stati più poveri. 
São Paulo ha cercato di separarsi dal Brasile nel 1932, ma i suoi alleati hanno girato le spalle e siamo stati sconfitti e per il modo in cui Sao Paulo ha la più piccola forza militare nazionale.

Destino doppiamente beffardo per i nostri fratelli veneti d'oltre oceano. Quello di trovare uno stato che parassita anche oltremare, dove si ripete in fotocopia la situazione che credevano di essersi lasciata alle spalle nella Venezia di terraferma.

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