VENEZIA E L'IDEA DELLA GIUSTIZIA, IN UN DIPINTO

In un recente convegno promosso da "Ateneo Veneto" studiosi europei di fama si chiedevano i motivi del successo millenario dell'impero veneziano, vista la pochezza delle strutture per sostenerlo. Del resto 1100 anni di durata di uno stato, sia pure sotto varie forme, devono per forza sposarsi a delle caratteristiche particolari e forse uniche: il mio modesto parere è che esse siano racchiuse in due parole. Il rispetto delle LIBERTA' altrui, e il grande senso di GIUSTIZIA insito in chi governava e amministrava la legge. Tutto questo partendo dall'ottica dei principi evangelici cristiani, rappresentati perfettamente nell'effige marciana.
Ecco quindi che una lettura di questo capolavoro tardo gotico ci aiuta a dimostrare meglio questo nostro piccolo  assunto.

San Marco fra san Gerolamo e sant'Agostino
autore BRAGADIN DONATO 1459
Venezia, Palazzo Ducale
San Marco fra san Gerolamo e sant'Agostino

La tela che raffigura il leone di san Marco fra san Gerolamo e sant'Agostino è conservato nel Palazzo Ducale di Venezia. In origine si trovava nella sala dell'Avogaria mentre attualmente è in deposito nella sala Grimani negli appartamenti del Doge.

Donato Bragadin, detto anche Donato Veneziano, lo dipinse nel, 1459 e vi raffigurò San Marco in forma di leone tra due grandi Dottori della Chiesa, S. Girolamo a sinistra e S. Agostino a destra.

Sul libro aperto che viene tenuto in piedi con una zampa si può leggere: "legibus quibus immoderata hominum frenatur cupiditas quempiam parere cogatis" il che significa "costringete ognuno a obbedire alle leggi con le quali si frena l'immoderata cupidigia degli uomini."

Sul cartiglio che Girolamo regge in mano troviamo scritto: "nihili quempiam irati statuatis" e cioè "non sentenziate nessuno su nulla quando siete arrabbiati." Anche sul cartiglio che Agostino fa svolazzare si può leggere: "hominum uero plectentes errata illa non tam magnitudine peccati quam uestra clementia et mansuetudine metiamini" e cioè "in realtà, nel punire gli errori degli uomini misurerete non tanto l'entità dei loro peccati quanto la vostra clemenza e bontà'."

Si tratta di una serie di sentenze, moniti, precetti ed esortazioni al buon governo, assolutamente necessari in una sala che dedicata agli operatori della giustizia della Repubblica Veneta.

Sant'Agostino è stato qui raffigurato come vescovo rivestito dei suoi abiti episcopali con nella mano destra il bastone pastorale. Il santo ha un viso di persona matura con una foltissima barba castana che gli copre il volto e il petto. La tela nel suo complesso è un dipinto ritardatario ispirato a esemplari anteriori dello stesso motivo araldico.


Bragadin Donato e le sue opere: http://www.cassiciaco.it/navigazione/iconografia/pittori/quattrocento/bragadin/bragadin.html


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