PERCHE' SERVE IL TUO VOTO? IL REFERENDUM

Marco D'Aviano 

Sin dagli anni ’70, specie dopo la nascita della Regione, i Veneti si sono accorti di essere sistematicamente derubati da Roma e dagli ambienti parassitari che sostengono questo Stato accentratore. 
Vincere il referendum del 22 ottobre a furor di popolo è l’UNICA prospettiva per Veneti e Lombardi di avere un futuro migliore. 
Sappiamo che questo regime corrotto ha intenzione di depredare il popolo, svendendo i patrimoni pubblici e privati all’Alta Finanza di Wall Street (che controlla la Banca Centrale Europea), come sta succedendo in Grecia. Roma non è più in grado di governare, l’Italia è fallita. 
Sappiamo che questo regime corrotto non ha nessuna intenzione di rispettare le autonomie locali (non lo ha mai fatto in 150 anni) e si opporrà tenacemente alla possibilità che le Regioni divengano veri organi di governo del territorio. 
Renzi e il PD il 4 dicembre scorso hanno tentato di far passare una contro-riforma che svuotava le Regioni di competenze, rendendole enti inutili. 


Ma il popolo ha inflitto loro una sonora bocciatura e ora il nostro Popolo Veneto vuole prendere la strada verso la libertà. 
Se Roma pensa di tradire il voto popolare, allora sappia che i Veneti cominceranno con decisione la strada verso l’indipendenza. 
Questo regime non ha più scuse, deve lasciare che i Veneti e i Lombardi si governino come hanno sempre fatto nella loro storia, prima di essere incorporati nel corrotto e incapace Regno dei Savoia. 
Come ha scritto Stefano B. Galli su “Libero” il 14 luglio 2017, Roma ha sempre impedito ogni forma di vera libertà, nonostante le riforme da essa stessa approvate: 
“Nel 2007 la Lombardia - come del resto il Veneto e la Toscana, ma prima ancora ci aveva provato il Piemonte nel 2004 - ha aperto la trattativa con il Governo per ottenere dei margini di maggiore autonomia. È la stessa Costituzione che, con l’articolo 116 (terzo comma) offre alle regioni a Statuto ordinario, che sono virtuose e hanno i conti in ordine, l’opportunità di negoziare nuove competenze e risorse. La storia ci dice che [a causa della resistenza opposta dallo Stato centralista] tutti e quattro i tentativi negoziali esperiti tra il 2004 e il 2007 sono andati a vuoto. 
Di qui la necessità di inserire una consultazione referendaria a monte … La storia ci dice anche che è profondamente ingiusto dal punto di vista istituzionale, etico e politico, che tutte e quindici le regioni a Statuto ordinario vengano trattate allo stesso modo dallo Stato, com’è accaduto dal 1970 in qua. L’istituto del “regionalismo differenziato” - deliberatamente ispirato al federo-regionalismo spagnolo - è stato costituzionalizzato nel 2001, per assegnare a ogni regione a Statuto ordinario adeguati margini di autonomia, coerenti con la propria virtuosità”.

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