L'ARMA SEGRETA VENEZIANA, OVVERO "IL CANON PER TIRAR BOMBE"


Di "Ecce Leo" 
Chi crede che le innovazioni in tema navale e militare si fermano solo all’invenzione delle galeazze, si compiace di poco. Altre armi tenute segrete per molto tempo vennero sfornate dai veneziani al bisogno. Verso la fine del 1684, il magistrato alle artiglierie ordinava al maestro fonditore della Serenissima, Sigismondo Alberghetti (appartenente a una celebre famiglia di fonditori che lavorava per la Repubblica da circa due secoli), lo studio di un nuovo cannone per l’armata navale veneziana.
L’arma tenuta segretissima nei progetti e nei collaudi viene denominata semplicemente, negli incartamenti presenti all’archivio di stato (Senato Mar, filza 653), come ”canon par tirar bombe”. Di fatto si tratta di un cannone ma di nuova invenzione e elaborazione, avanti nel concetto di circa 100 anni sulle altre artiglierie europe e paragonabili solo ai cannoni navali Paixhans del 1823.
Le caratteristiche di questi questi pezzi da 120 e 210 libbre, che potevano sparare sia i proiettili cilindrici, a lunga gittata, con una carica esplosiva (con spoletta a miccia e non ad impatto), sia le normali palle di pietra o metallo. Inoltre il pezzo incorporava un camera sferica, anche questa di recente invenzione, che unita alla relativa leggerezza della palla, permettevano la costruzione di una bocca da fuoco piuttosto corta e poco pesante.
Il proiettile previsto da Alberghetti, a forma «cilindrica», riduceva notevolmente il "vento" a 2,9 mm tra la canna (liscia) e il proiettile, una caratteristica molto positiva, visto che in genere i cannoni dell'epoca avevano un vento di almeno 7,5 mm, mentre le migliori artiglierie del secolo successivo avevano un vento di 3,7 mm. Questa peculiarità aumentava notevolmente la velocità iniziale del proiettile e di conseguenza la forza di penetrazione. Inoltre la forma cilindrica impediva al proiettile di rovesciarsi al momento dell’inserimento nella volata del pezzo, come accadeva alle bombe sferiche, evitando così il rischio di uno scoppio accidentale per il contatto della miccia della bomba con la polvere della carica.
Un altro punto che distingueva il nuovo “canon” del Alberghetti da Paixhans, e che ne accentuava la modernità, era il tiro di precisione verso bersagli navali a 3.500 metri (per i 120 libbre) e addirittura 5.000 metri (per i 210 libbre), questo grazie al nuovo sistema di mira. infatti il nuovo cannone dimostrò di poter essere puntato con precisione da una sola persona grazie ad un congegno di mira sistemato sopra gli orecchioni, molto più semplice della consueta squadra usata dagli artiglieri. 
Le prove di questa nuova arma si svolsero il 26 marzo e il 12 aprile 1698 al Lido, qui una sessantina tra capi e sottocapi dei Bombardieri veneziani (di cui potete trovare ampia documentazione nel libro fumetto "20 aprile 1797) si esercitarono ad utilizzare e a dirigere verso bersagli mobili le nuove artiglierie. Grazie all'estrema facilità di puntamento e alla precisione, i risultati superarono ogni aspettativa. Il 24 agosto venne effettuata la prova generale, e tutti i bombardieri conseguirono un «successo [di mira] inaudito con ogn'altra sorte d'artiglieria sin hora visitata». 
Questi risultati spinsero i Provveditori alle Artiglierie a chiedere sei cannoni di nuova invenzione per ciascuna nave di primo rango. 
Si ebbe il loro primo largo impiego nella battaglia navale, combattuta l’8 luglio 1716 nel canale di Corfù, dopo che l’isola era stata attaccata da un corpo di spedizione ottomano appoggiato dalla flotta. Lo scontro fu un successo per la flotta veneziana, che riuscì a ristabilire le comunicazioni con la piazzaforte di Corfù, e molto del merito fu attribuito ai cannoni di nuova invenzione, sebbene nessuno dei proiettili cilindrici fosse stato riempito di esplosivo. 
i proiettili esplosivi furono ampiamente impiegati invece in tre battaglie navali combattute nel 1717, dove furono sparati un totale di quasi 1.300 proiettili cilindrici.
foto. il canon dell' Alberghetti. 2. il cannone Paixhans del 1823. 3. il manuale per l'utilizzo del cannone e delle palle sferiche

Commenti

  1. L'antenato Colonnello Volo nel 1681 scrisse un libro tecnico sul cannone, peccato che non possa pubblicare la copertina del libro.

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