L'ALTRA FACCIA DEL SEPARATISMO CATALANO: IL MONDIALISMO CONTRO LA SPAGNA

di  Juan Manuel de Prada *
Dopo il massacro perpetrato sulla Rambla, tutti i cervelloni del “pensiero unico” con l’autorità del comando su piazza, hanno affermato molto solennemente che la Cataluña continuerà ad essere una “terra d’accoglienza “. Tuttavia non è chiaro a quale accoglienza si riferiscano.
La Cataluña è stata nella sua Storia – come ricorda il Cervantes-, albergo per gli stranieri (“albergue de extranjeros”); tuttavia questo accadeva quando la Cataluña coltivava le virtù teologali. Oggi la Cataluña (che presenta i segnali più accelerati di decomposizione morale che non il resto della Spagna) è rimasta priva di virtù teologali ed è una terra desolata dove si vive con le pulsioni del separatismo , quello stesso che ha fomentato l’immigrazione islamica, per contenere quella che proviene dall’Hispano America (che porta tra le labbra la maledetta lingua spagnola/castellano, sgradita ai catalani).
Risulta significativo per la verità che la Cataluña concentri il maggiore volume di popolazione mussulmana rispetto a tutte le altre regioni spagnole; risulta inquietante che una di ogni tre moschee, costituite sul territorio catalano, predichino la dottrina ideologica salafita; risulta infine sbalorditivo che in Cataluña si continuino ad aprire nuove moschee, nonostante le proteste dei residenti sistematicamente passate sotto silenzio dai media di indottrinamento delle masse.
Converrebbe sapere se questa valanga migratoria sia stata favorita dai separatisti/mondialisti catalani. Converrebbe sapere se, nel loro affanno per ottenere il coronamento dei loro aberranti propositi politici, i separatisti hanno promosso l’immigrazione dei mussulmani, visto che questi imparano più facilmente il catalano e, in seconda generazione, votano entusiasticamente per le proposte indipendentiste (dato che queste accelerano l’estinzione della Spagna come Nazione e facilitano la risurrezione del “Al Andalus”).
Converrebbe saper infine il grado di responsabilità che pervade questa rozza classe politica che ha favorito l’islamizzazione della Cataluña.
Forse sarà più difficile stabilirlo con completa sicurezza; tuttavia quello che è fuori di ogni dubbio è che da sempre i politici catalani del fronte progressista/mondialista hanno visto con favore ogni fenomeno che poteva sotterrare la spagnolità delle terre catalane, incluso l’islamizzazione di queste terre.
Soltanto due mesi addietro, un podemita (da “Podemos”, partito della sinistra spagnola) convertito all’Islam e collaboratore di Ada Colau (sindaca di Barcelona) proclamava con orgoglio maleodorante, dalla sua vomitevole buca di Twitter, che “la práctica religiosa musulmana en Cataluña es superior a la católica “(la pratica religiosa mussulmana è più diffusa di quella cattolica) . E nei prossimi anni, questa tendenza non farà che accrescersi, visto che la popolazione mussulmana continuerà a crescere (in conseguenza di un elevato tasso di natalità e della accondiscendenza di alcuni governanti prostrati ai dogmi mondialisti dell’abbattimento delle frontiere).
Non saranno neppure necessari massacri come quello attuato l’altro giorno sulla Rambla di Barcelona. La modernità si è presentata con il suo supermercato ideologico, come un sostituto religioso che potrebbe intercambiare facilmente un sistema di civilizzazione completo come quello che aveva fornito il cristianesimo nella Storia d’Europa.
Tuttavia una civilizzazione non si può sostenere su un pensiero antiteologico, su fandonie come le invocazioni alla “libertà universale” ed insignificanti minuti di silenzio.
Il pensiero modernista ed antiteologico non crea una civilizzazione, piuttosto attua in modo corrosivo sulla civiltà preesistente , creando un vuoto religioso che inevitabilmente viene occupato da un’altra religione.
Inoltre, tra tutte le forme di di pensiero antiteologico, occupa un posto preponderante il nazionalismo separatista, lo stesso che unifica in una mescola aberrante elementi propri del liberalismo e del collettivismo. Il nazionalismo separatista è stato il sostituto idolatrico che ha ridotto in rovine le autentiche tradizioni catalane, vendendo ai suoi seguaci un sogno di superbia nazionale.

Tuttavia sulle rovine di una civiltà distrutta non si può erigere la torre della superbia umana, ma piutosto una teologia satanica che si imporrà senza molte difficoltà su una terra senza fede, senza speranza e carità. Senza le virtù teologali ed i valori della propria tradizione identitaria non si può essere “terra di accoglienza”, nè alloggiare stranieri. Si può essere soltanto un terra di conquista.
*Juan Manuel De Prada – nato l’8 de diciembre de 1970 en Baracaldo, Vizcaya, Pais Vasco (España), scrittore spagnolo. Ha studiato diritto nell’Università di Salamanca. Studioso ed autore di numerose opere quali “Las Máscaras Del Héroe” (1996), “La Tempestad” (1997)- che gli ha frittato il premio letterario Pianeta. Successivamente ha pubblicato: “Reserva Natural” (1998) e “Animales De Compañía” (2000), inoltre autore di una nuova novella titulada “Las Esquinas Del Aire” (2000). da citare anche “Desgarrados y Excéntricos” (2001), La Vida Invisible” (2003), libro che ha ottenuto il Premio Primavera de Novela e il Premio Nacional de Narrativa, o “El Séptimo Velo” (2007). Manuel De Prada pubblica suoi articoli regolarmente su ABC e altri periodici in Spagna.

Fonte: Religion en Libertad

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