I COSACCHI MANDANO MEHMED IV A FANCULO, IN UNA ESILARANTE RISPOSTA

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I Cosacchi, noti per il continuo guerreggiare con i musulmani (nonostante la defezione di alcuni gruppi), nel 1676 ricevettero una missiva di Mehmed IV (immagine del post) che, dopo aver perso una battaglia, ebbe la disgraziata idea di chiedere la loro resa incondizionata (lol) con una missiva di questo tenore:
In quanto Sultano; figlio di Maometto; fratello del Sole e della Luna; nipote e viceré per grazia di Dio; governatore del regno di Macedonia, Babilonia, Gerusalemme, Alto e Basso Egitto; imperatore degli imperatori; sovrano dei sovrani; cavaliere straordinario e imbattuto; fedele guardiano della tomba di Gesù Cristo; fido prescelto da Dio stesso; speranza e conforto dei Musulmani; grande difensore dei Cristiani (è lo stesso sultano dell’Assedio di Vienna) — Io comando a voi, cosacchi dello Zaporož’e, di sottomettervi a me volontariamente e senza resistenza alcuna, e cessare di tediarmi con i vostri attacchi.
Il Sultano Turco Mehmet IV

Oibò, mal gliene incolse, poiché i Cosacchi della Zaporizhia, guidati da Ivan Sirko (quello con i baffoni al centro del dipinto qui sotto), si impegnarono in una risposta molto, molto creativa. Lo spirito di questo documento fu colto in pieno due secoli dopo dal pittore Ilya Repin nell’enorme tela Reply of the Zaporozhian Cossacks to Sultan Mehmed IV of the Ottoman Empire.
Ebbene, dopo il dipinto, ecco la risposta (ho eliminato le edulcorazioni della versione italiana inserita su wikipedia):
I cosacchi dello Zaporož’e al Sultano Turco,
A te, diavolo turco, maledetto amico e fratello del demonio, servitore di Lucifero stesso. Che cazzo di cavaliere sei, tu che non riesci ad uccidere un riccio col tuo culo nudo? Il Demonio caca, e il tuo esercito si mangia la sua merda. Non avrai mai, figlio di puttana, dei cristiani ai tuoi ordini; non temiamo il tuo esercito e per terra e per mare continueremo a combatterti, si fotta tua madre.
Tu sguattero di Babilonia, carrettiere di Macedonia, birraio di Gerusalemme, fottitore di capre di Alessandria, porcaro di Alto e Basso Egitto, maiale d’Armenia, ladro infame della Podolia, “pigliainculo” dei tartari, boia di Kam’janec’ e più grande sciocco di tutto il mondo e degli inferi, idiota davanti al nostro Dio, nipote del Serpente e crampo al nostro cazzo. Muso di porco, culo di giumenta, cane di un macellaio, fronte non battezzata, scopati tua madre!
Questo dichiarano gli Zaporozi, essere infimo. Non puoi dare ordini nemmeno ai maiali di un cristiano. Concludiamo, non sappiamo la data e non possediamo calendario; la luna è in cielo, l’anno sta scritto sui libri: il giorno è lo stesso sia da noi che da voi. Puoi baciarci il culo!
l’Atamano Ivan Sirko, con l’intera armata dello Zaporož’e
Adorabile no? Questo è lo spirito giusto. 

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