OPPEANO E LA DISTRUZIONE DELLA MEMORIA VENETA

l'elmo di Oppeano, con decorazioni in stile etrusco
Riporto l'incipit del libro di Luigi Pellini, in cui egli parla  dei paleoveneti, della loro religiosità, attraverso un reperto straordinario rinvenuto nei campi della sua famiglia: l'elmo di Oppeano. Negli anni recenti, un Veneto che usciva da 200 anni di fame e pellagra, nella fretta del fare e del costruire (posti di lavoro, capannoni strade e quindi benessere) perse di colpo ogni relazione col paesaggio, la storia, la natura. E con le proprie tradizioni e il mondo degli Antenati, ancora vivo invece nel mondo rurale. 
IL PAESE DI OPPEANO NEL VERONESE
Questo lavoro è nato dalla volontà di approfondire il significato di un sacro oggetto ritrovato alla fine dell'Ottocento nella terra che fu anche di proprietà della mia famiglia. Non solo in questo lembo di campo vi furono insediamenti rilevanti dell'età del bronzo, ma tutto il comprensorio era un luogo altamente abitato ed importantissimo. Era una città fondamentale nell'urbanistica veneta del 1000 a.C.
Oggi, una ricchezza diffusa ha alterato quei luoghi, carichi, un tempo non tanto lontano, di fascino e bellezza. L'inizio di questo processo si può far coincidere con l'avvento della cultura industriale. Dal dopoguerra si è assistito allo stravolgimento lento ed inesorabile, che ha toccato il suo culmine negli anni Settanta, alla fine del "boom economico".
il copricapo di forma conica è rituale, un misterioso centauro alato vi compare, assieme ai cavalli sacri
La diffusa ricchezza ha parallelamente causato una completa distruzione del contesto rurale e la conseguente perdita di quella continuità culturale contadina che perdurava da secoli. Questo studio è frutto degli interessi suscitatemi da mio padre, che nel suo semplice ma efficace sapere intuiva, da vecchio agricoltore attaccato alla terra, il grande passato di questi luoghi, ed era legato intimamente a questo mondo che sentiva al crepuscolo.
Con uno sguardo verso il cielo e con un piede nel passato, era affascinato dal sasso lavorato, dal coccio, come dall'elmo (vedi foto) che era stato trovato lì sotto il campo che con fatica coltivava.
Suo malgrado mio padre Ugo... stava assistendo inerme alla distruzione della cultura contadina resistita quasi immutata per secoli, così come del paesaggio che era stato il contorno della sua infanzia.
Anche nel nostro paese, all'inizio degli anni Sessanta, sulla scia dell'industrializzazione, approdò una fabbrica di laterizi. Durante i lavori di fondazione affiorarono reperti archeologici di ogni genere, distrutti all'istante con tutti i mezzi, per evitare che la Sovrintendenza ai Beni Archeologici fermasse i lavori di edificazione e, motivato dal fatto che bisognava creare posti di lavoro per il paese, tutto passò sotto silenzio.
La morale è che oggi di quell'edificio non ne rimane neanche l'ombra, ma il cemento informe del manto e delle fondamenta è ancora lì: cosa penseranno i posteri di noi? Cosa lasciamo in eredità?

Fonte: IL CAPPELLO DEI MAGI, misteri e segreti dell'elmo di Oppeano
Per info rivolgersi all'Autore luigi.pellini@virgilio.it




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