L'ARCHITETTURA DEI CASONI. Colpo di fantasia o eredità culturale?

I Veneti e le culture del Nord Europa.
Quando il tempo logora il manto di copertura, ecco allora apparire le strutture portanti del tetto del casone: le grosse travi ai quattro angoli, le atole, gli stretturi e i sotto strutture che ne costituiscono l’orditura.
Già alla fine del ‘400 il casone presenta una sua ben precisa configurazione: muri perimetrali uniformi, fatti in muratura, tetto di canna palustre a quattro spioventi molto inclinati, porta e balcone di piccole dimensioni.
La pianta del casone è per lo più di forma rettangolare, ma talora se ne trovano anche a base quadrata; il suo aspetto resta comunque sempre lo stesso, e cioè quello di una abitazione fatta dall’uomo con i mezzi poveri fornitigli dalla natura che gli sta intorno.
val di Seren a nord del Grappa

Alcuni parlano di questa costruzione come di una “novità” apparsa nel XV-XVI secolo per ragioni stretta mente economiche. Vale a dire che contadini non possidenti, esclusi dal latifondo, si sarebbero trovati nella necessità di costruirsi un riparo ser­vendosi di materiali che le immediate vicinanze potevano offrire. Per quel che riguarda le origini del modello ci si accontenta di dire che questo è ripreso da capanni di caccia e pesca, forse da sempre esistenti.
FOJAROLDI VAL DI SEREN del Grappa
Ma la eccessiva dif­formità di stile fra il casone e la casa in muratura e il fatto che un metodo di costruzione in carpenteria non si im­provvisa dall’oggi al domani, possono anche far pensare a due diverse e sepa­rate linee di evoluzione; l’una, quella dei casoni, continua il modello della civiltà indigena originaria, in questo caso la veneta; l’altra, quella delle case in muratura dallo spiovente di minore pendenza ricoperto di tegole, continua il modello indotto, e che prevale, della acculturazione latina.
COTTAGE INGLESE
Gioverebbe a questo fine uno studio comparato tra i cottages inglesi, i ca­soni veneti e certe case della Selva Ne­ra o dei Balcani, tutte abitazioni, que­ste, che presentano fra di loro notevoli affinità. Molto utile sarebbe anche ap­profondire la via, già molto bene deli­neata da P. Tieto, della ricerca icono­grafica attraverso antichi dipinti e mappe, dal momento che il materiale bibliografico è molto scarso.
In ogni caso, per il momento, l’opera più importante e pressante sembra es­sere quella della salvaguardia e della conservazione. Purtroppo, infatti, i governi che si sono succeduti sul terri­torio veneto negli ultimi cento anni so­no riusciti a decimare, con la distru­zione diretta e programmata e la pro­paganda negativa, questi monumenti della civiltà veneta che sono i casoni.
CASA BRETONE


Pubblicato nel 1984 su: Etnie Scienza politica e cultura dei popoli minoritari.

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