DIETRO UN GRAN DOGE, UNA GRANDE DOGARESSA?

da un post di Elio Costantini
A DARE RETTA A VIRGINIA WOOLF: “Dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna".

Nella Repubblica di Venezia, le magistrature erano riservate esclusivamente ai membri maschi delle famiglie patrizie, ma talvolta i dogi erano sposati e alle mogli veniva conferito il titolo di Dogaressa, naturalmente gli era preclusa qualsiasi forma di esercizio del potere. Tuttavia, la consorte ducale rivestiva un pubblico ruolo nella manifestazione esteriore della maestà dello Stato veneziano, circondata dello stesso ampio apparato di magnificenza ed onori riservato al doge.
Allo stesso modo, anche le attività e le libertà personali della dogaressa erano soggette alla rigida sorveglianza della Repubblica (una legge del 1342, ad esempio, le precludeva il concorso in attività commerciali). Sino al 1643 fu in vigore l'antichissimo e tradizionale rito di incoronazione delle dogaresse, durante il quale si richiedeva loro di prestare sull'altare di San Marco il medesimo giuramento di fedeltà pronunciato dal marito, la promissione ducale.
Insegne del suo rango erano il manto ed il velo dorati, quest'ultimo spesso recante una piccola corona in foggia simile a quella del doge: il corno ducale.

Nella foto l'incoronazione di Morosina Morosini moglie del doge Marino Grimani nel 1595

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