LE CORSE ALL'IPPODROMO DI ROMA E LA SQUADRA VENETA


Paola Di Silvio

LE CORSE AL CIRCO..
Le corse dei cavalli rappresentarono per i Romani uno dei più appassionanti spettacoli per circa mille anni, fin dall’epoca etrusca. Addirittura, la leggenda collega la costruzione del Circo Massimo con le origini stesse della città poiché proprio in occasione delle corse in onore di Conso sarebbe avvenuto il ratto delle Sabine che avrebbe dato vita alla città stessa. In età Imperiale, Roma aveva ben cinque ippodromi, il più grande dei quali era il Circo Massimo.

Il Circo Massimo fu il più grande impianto sportivo mai costruito: lungo 600 metri e largo 140, poteva accogliere quasi trecentottantamila spettatori che avevano accesso gratuito alle gare. La prima costruzione del VII secolo a.C., opera di Tarquinio Prisco, era in legno, ma all’apice del suo splendore il Circo Massimo doveva essere completamente lastricato di marmi e travertini, con due grandi obelischi egiziani posti al centro della pista.

Ad ogni gara partecipavano quattro squadre (le factiones), ognuna identificata da un colore: l’azzurra (o “veneta”), la verde (o “prasina”), la rossa (o “russata”) e la bianca (o “albata”). Uno splendido esempio dei cavalli che correvano nel Circo ci è dato dai mosaici della “villa del Baccano”, attribuita alla famiglia imperiale dei Severi (III sec d.c.) che raffigurano cavalli di non alta statura, ovviamente focosissimi, mantelli sauri nelle varie sfumature.

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