NEL 1866 IL VENETO ERA TERRA RICCA: LO DISSERO GLI ITALIANI CON LA FORCHETTA IN MANO

Di Lorenzo Del Boca
Il Veneto era terra ricca. Ruggero Bonghi, scrivendo al senatore Giuseppe Saracco, comunicò gli estremi del bilancio regionale (al momento dell'annessione).  "Iddio che ama, come sa gli spensierati, ci dava la Venezia il cui bilancio, presentando un'entrata di circa 79 milioni e un'uscita di 54, ci dà un avanzo di circa 25 milioni." Per farne cosa?
"Scemavano d'altrettanto il peso della spesa comune a tutta l'Italia." Come era successo con il denaro dei Borbone.
Ma i soldi, in Italia, non bastavano mai.
E' forse cambiato qualcosa ai nostri giorni?
I Veneti, che pagavano 11 lire di tasse al Governo di Vienna che era efficiente per definizione - si trovarono in un anno gravati di quasi il triplo: 32 lire.
Trovarono il modo di mettere una gabella anche "sulla importazione di api usate".
E pazienza se,con quei soldi erano state promesse strade, fognature, fontane, scuole. In realtà arrivavano soltanto gli agenti delle tasse ad aggiungere sanzioni e multe per qualche ritardo o imperfezione.
Era l'Equitalia monarchica.
Per un paese sovradimensionato le tasse non erano, non sono, mai troppe. Pasquale Villari, sembrava avere idee chiare. Contestò "ai burocrati macchina" e "ai rappresentanti del popolo bambini"la loro incapacità. Già agli esordi in Italia non mancarono lamentele sacrosante . Resta da capire come mai non si riesca a sbarazzarsi di burocrati e politici incapaci, e sostituirli con gente migliore.
"Ghe cago ai talgiani" vadano a quel paese questi che son venuti a liberarci.
Ci mungono / ci tosano / c'inchiodano / come il figlio di una scrofa... / gente selvaggia / che mangia i cristiani / peggio dei turchi / edei luterani. 
E ancora si diceva: Con le teste dei taliani, zogheremo le borele  (bocce)/ e Vitorio Manuele, meteremo par balìn

Da Venezia tradita di Lorenzo Del Boca ed Utet

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