I VENETI E IL RIMPIANTO DELL'INDIPENDENZA, NEGLI ANNI '20

..SOFFOCATI DALLA BUROCRAZIA ITALIOTA
I PROBLEMI ETERNI DELL’ITALIA UNITA.
LA BUROCRAZIA ASFITTICA ED ELEFANTIACA GIA’NEL 1922.

Venezia povera di Pietro Fragiacomo
Il rimpianto della Serenissima e della “arcigna Austria” da parte del socialisti repubblicani veneti. Ecco quanto scrivevano i Repubblicano-sociali (di derivazione mazziniana) di Treviso, nel loro giornale La Riscossa (11 sett. 1920, nr. 35). Essi, riporta Bruno Pederoda, “guardavano con orrore all’inverosimile ispessimento della burocrazia romana, ma non arrivavano a sospettare, nella burocrazia, il naturale e coerente sviluppo del tessuto adiposo dello Stato italiano, proprio in quanto tale”.
<Occorre tener presente che gli impiegati dello stato, che nel 1874 erano 47.000, nel 1915 raggiungevano la bella cifra di 294.000 ed ora, tra impiegati di ruolo, operai e avventizi, rasentano il mezzo milione, importando una spesa che si aggira sui due miliardi>.
Essi scrivono ancora: <Noi ci sentiamo di detestare la Roma del centralismo e della burocrazia, fonte prima della disorganizzazione morale e finanziaria del nostro paese, centro di corruzione ed avvilimento delle migliori energie del popolo italiano>.
Veneti emigrati in Brasile
E quindi tornano con nostalgia al pensiero della buona amministrazione veneta della Serenissima, pur mettendo mettendo dei paletti, da bravi socialisti, e a quella austriaca: <La Repubblica Veneta lasciò tracce indistruttibili e meravigliose della sua amministrazione, che se anche parve a volte rigida e non equa, era però sempre intonata a rara saggezza, e che dimostrò sempre la capacità della gente veneta di amministrarsi da sé, senza l’intromissione di numi tutelari, di poteri lontani e insolenti, di burocrazie estranee, farraginose ed impotenti. Persino l’Austria aveva temperato il rigore del suo dominio politico con un’amministrazione decentrata che risentiva degli ordinamenti della Veneta Serenissima Repubblica e ne conservava e sviluppava utili affermazioni>.
E ancora a proposito delle Prefetture (oggi si parla allo stesso modo delle Provincie): <Abolite tutte le Prefetture, scopo delle quali è il puro asservimento al dominio politico centrale; sia costituito un unico governatorato veneto elettivo con organi tecnici ed amministrativi, competenti ed autonomi, lasciando al potere di Roma le pure funzioni di carattere imprescindibilmente unitario…>.

Che dire? Dopo 90 anni e qualche milione di impiegati statali in più non ne siamo venuti ancora a capo. Lo stato italiano è irriformabile e per questo prima o poi si spaccherà, come tutte le cose rigide.

Da: Tra macerie e miserie di una regione sacrificata, di Bruno Pederoda ed. Piazza. Pag. 253

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