"FIRENZE CAPITALE"-AFFARI SPORCHI, LADRI DI STATO E TRUFFE

Di Lorenzo Del Boca
Il trasloco della capitale da Torino a Firenze poteva diventare un buon affare. Bastava approfittarne..
...Le opere di ristrutturazione furono imponenti, non esageratamente lunghe ma enormemente costose. Del resto, ci si poteva permettere di lesinare sul Parlamento del nuovo Regno?
L'architetto Falconieri, autore dell'opera di ristrutturazione firmò anche un opuscolo perché intendeva spiegare la filosofia architettonica che l'aveva ispirato: "con questo pensiero in capo, accintosi al lavoro, fece un altro supposto, e suppose che se Manabrea (presidente del Consiglio italiano) poteva rubare Roma al papa, egli, Falconieri, avrebbe potuto rubare qualche cosa al Regno d'Italia."
Un "anonimo" si incaricò di raccontare come la truffa andò dipanandosi: comunicò questo suo "supposto" a tre amici e collaboratori principali. "I tre trovarono la cosa molto logica, molto utile, molto patriottica."
Rubarono sulle provviste, fecero la cresta sulla spesa, gonfiarono le ordinazioni, presero tangenti. Esagerarono,. Presentarono conti e note, dove figurarono schiere di operai, che stavano soltanto sulla carta e sulla loro testa. Poiché occorreva corredare le relazioni con i nomi e i cognomi degli impiegati, ai dipendenti fantasma attribuirono le generalità dei canonici del Duomo di Firenze, compreso quello del vescovo vicario. 
Come non scoprirli? Furono arrestati, processati, condannati: Falconieri a tre anni e mezzo, gli altri a pene minori. Non chiesero loro di restituire il maltolto né di riparare il danno finanziario che avevano provocato. Scontarono soltanto un terzo della pena. Falconieri 14 mesi dopo l'arresto, poté tornare libero e ricominciò a lavorare come prima. 
L'Italia non era ancora stata ricostruita nella sua interezza ma già si stavano impegnando per spolparla al midollo. 
da "Venezia tradita" di Lorenzo Del Boca, ed. Utet

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