E TU, HAI CORAGGIO? IL GRANDE SOGNO DELL'INDIPENDENZA

Me lo chiedeva giorni fa un’amica, soprattutto a proposito della nostra aspirazione all’indipendenza, e io, in questa mattinata insonne, provo a rispondere, a Lei, e a me stesso:

Vedi, cara Principessa, il coraggio, di un Uomo, ma anche della Nazione, dipende dalla grandezza del Sogno che si persegue. Una vita senza un Sogno da realizzare, non è vita che vale il termine con cui la si definisce.
Io da giovane ho sempre aspirato alla mia Libertà, e ora, ormai avanti negli anni, se mi guardo indietro, credo di essere stato un uomo libero: se non altro dalle convenzioni imposte e dalle false ipocrisie. Ma ne ho pagato un prezzo, e ne sono felice, sono ancora un Uomo Libero.
La mia Nazione, quella Veneta, è stata libera e fiera di esser quello che era per tanti secoli, o millenni, ma il suo sogno è stato interrotto, i suoi componenti han smesso di credere a quel grande Sogno di Libertà, che a un certo punto della storia richiedeva enormi sacrifici, domandava addirittura di addossarsi la Croce di Cristo, ed è stata travolta dagli eventi.
Eppure gli esempi nella nostra grande storia non sono mancati: il più fulgido di tutti fu certamente quello offerto da Marcantonio Bragadin, che in nome della Libertà e della Fede, affrontò il Golgota senza alcun dubbio. “Venetorum fides inviolabilis” fece scrivere sul bisante, la moneta locale, qualche mese prima del suo supplizio, e col suo esempio di fermezza, trascinò tutta la popolazione di Famagosta sugli spalti, infliggendo pesantissime perdite al nemico, e rendendo possibile la vittoria finale a Lepanto.Ogni prostituta, ogni carrettiere, su quegli spalti irrorati dal loro sangue, sono dei giganti di fronte ai veneti di oggi. Specie se paragoniamo la nostra coscienza odierna di essere un popolo, a quella di altri popoli che aspirano come noi, alle antiche libertà perdute.
Pensiamo ai catalani: marce chilometriche di milioni di individui che riempiono all’unisono le loro città, pensiamo agli scozzesi, alla loro mobilitazione unanime, concorde, per il referendum; noi abbiamo ancora molta strada da fare: sconfiggere l’ignavia di tanti non è facile, specie dopo il lavorio volto al nostro servaggio, portato avanti dai nostri padroni e dai loro salariati anche locali.
Ora pare che qualche cosa si muova, malgrado la costante pochezza delle persone, tante delle quali malate di autoreferenzialismo e con un ego smisurato. Cosa questa che li allontana in maniera siderale, dai Padri come Bragadin e tanti altri a cui dovrebbero fare riferimento. Tuttavia credo che non manchi molto: La Venetia antica si sta risvegliando: sta bevendo la cicuta amarissima della crisi, che la sta uccidendo. E forse troverà la forza, per non morire del tutto, di allontanare il calice e spezzare le catene.A volte il Destino decide da solo, per noi di poca Fede, e ci troveremo sugli spalti, come a Famagosta, con il coraggio, che pareva perduto, di quei tempi. I HAVE A DREAM… cara Principessa…

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