CONTRO RIVOLUZIONE A BERGAMO AL GRIDO DI VIVA SAN MARCO!

Arlecchin giacobino mette in svendita le vecchie onorificene
La repubblica bergamasca, che poi confluirà nelle repubblica cisalpina, fu proclamata il 12 marzo 1797: si spezzarono le statue dei precedenti Rettoti veneti, venne abbattuto il Leone di San Marco nel Palazzo della Ragione e scalpellati tutti i simboli del precedente governo.
Ma vi fu anche una controrivoluzione bergamasca. che partì in realtà dalle valli montane, i cui abitanti, detti "valleriani" rifiutarono le novità giacobine.
Al suono delle campane si riunirono sotto le mura di Bergamo al grido di "Viva san Marco! viva la Repubblica! Abbasso il governo bergamasco!" I montanari della Val Imagna con i rivoltosi della val Caprino si riunirono a Caprino e nominarono uno sconosciuto signor Moscheni a capo della rivolta: questi ordinò di inalberare un grande stendardo veneziano, e con quello a suon di tamburi, entrarono in Bergamo.
il tricolore imposto non era affatto amato
La reazione francese (che proteggeva con le armi il governo fantoccio giacobino) fu spietata, i ribelli furono catturati e fucilati e fu imposta la consegna delle armi, migliaia di controrivoluzionari furono inseguiti nelle valli e molti furono catturati e uccisi.
Il malcontento diventò brigantaggio, e si istituirono tribunali speciali, Fu stabilita la pena di morte per chi foss sorpreso a tagliare gli "alberi della Libertà". Le disposizioni contro il clero causarono grande turbamento, sebbene questo si fosse ben presto adeguato seguendo le disposizioni del vescovo (traditore ndR) Dolfin.

Estratto da "La Lombardia Veneta" quattro secoli sotto le ali di san Marco, di Gualtiero Scapini Flangini, una vera enciclopedia storica e culturale del territorio lombardo veneto. Chiedere all'Autore.

Commenti