MODI DE DIR VENETI: "I PANNI A SCAVEZZO"

"Che possa il predetto Bez vendere i suoi panni anche a scavezzo e tener aperta bottega dentro il termine di Rialto, in conformità del decreto del Senato."
Così recitava la Commissione dei Savi alla Mercatura, concedendo una speciale licenza (o brevetto) a un polacco trasferitosi e Venezia, per fabbricar stoffe con metodi innovativi.
Mi è venuto in mente, da vecio padovan, che la mamma e le donne della famiglia, usavano dire: "andemo a conprar chelcossa soto ea scavessà" intendendo che si sarebbe recate nel centro storico, sotto l'orologio famoso, in Piazza dei Signori, a comprare qualche pezzo di stoffa, o qualche altra cosa nel mercatino settimanale retrostastante.
All'epoca, non sapevo cosa significasse "scavessà" e neanche me lo chiedevo, bimbo felice, ma deriva da spezzato, ovvero si intendeva la vendita di stoffe a pezzo, oggi diremmo a metro. E nel decreto di cui parlavo sopra si capisce ancora meglio il concetto.
Ecco naltra maniera de dir che saria ben rispolverare, prima che la vaga persa, come la nostra cultura e identità che più che da l'Italia centralista, la ze insidià dal consumismo che ne trasforma in consumadori sensa memoria.

Commenti

  1. Scavezà se usa sempre par dire spacà, roto, dunque " a scavezo" vôe dire al minuto in lengoa del'ocupante.

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