SHAKESPEARE? UN IMMIGRATO MESSINESE TRASFERITOSI A TREVISO.

il balcone di Giulietta, a Verona
Un duro colpo all'amor proprio "british" lo porta uno studioso siciliano che mette in evidenza certe coincidenze strane. Il cognome, ad esempio, significa Crolla-lanza, tradotto in italiano.

L’accademico pensionato siciliano è il professore Martino Iuvara di Ustica, docente di letteratura italiana all’Università di Palermo. Secondo Iuvara, la chiave del mistero sta proprio nell’anno di nascita del Bardo (che è anche l’anno di in cui Calvino morì a Ginevra). In quell’anno, secondo le biografie ufficiali William sarebbe nato a Stratford da John Shakespeare e Mary Arden a Stratford; per Iuvara e i ricercatori dell’Università di Southampton (capitanati da John Richmond), è la data di nascita di Michelangelo Florio Crollalanza, figlio del medico Giovanni Florio e della nobildonna Guglielma Crollalanza, che fuggì insieme alla famiglia a Treviso dove comprò casa Otello (un’altra coincidenza che la casa abbia il nome di una fra le più famose tragedie di Shakespeare?).


Michelangelo studiò a Venezia, Padova e Mantova; viaggiò molto in Danimarca, Grecia, Spagna e Austria. Strinse amicizia con Giordano Bruno che aveva forti amicizie con i conti di Pembroke e Southampton sotto il cui patronato, nel 1588, Michelangelo raggiungerà l’Inghilterra. A Stratford la signora Crollalanza aveva un cugino che aveva già mutato il proprio cognome e che aveva avuto un figlio di nome William, morto prematuramente. Sembra che Michelangelo abbia preso il nome proprio da questo cugino, ma potrebbe anche aver semplicemente tradotto esattamente il nome e il cognome della madre. Qualunque sia la verità, questa nuova identità cancellava il passato da quacchero fuggiasco, ma obbligava lo scrittore a mantenere il segreto sulle proprie origini.

Le ricerche del professor Iuvara si sono spinte anche nel cuore della vita privata di Michelangelo/William. Pare infatti che attraversando l’Europa egli si fosse innamorato di una giovane di nome Giulietta, ed anche che – a causa dell’opposizione famigliare a questa unione – la ragazza si sia suicidata. E non solo. Nel suo saggio “Shakespeare era italiano” Iuvara cerca di dare risposte a molte domande: come faceva il figlio di un guantaio (come la storia della letteratura tramanda) a possedere l’immensa cultura classica che Shakespeare dimostra? Come faceva a descrivere fedelmente i luoghi, i paesaggi, le persone (soprattutto a quei tempi)? Perché la biblioteca di Shakespeare non è mai stata messa a disposizione dei biografi?
Poi c’è la questione della lingua. Le prime opere di Shakespeare vengono tradotte per essere messe in scena al teatro in legno “The Globe”; dopo il matrimonio, sarà la moglie di Shakespeare a tradurre i suoi versi più famosi. Anche per i biografi dell’epoca, Shakespeare aveva un accento straniero. Altre singolari circostanze? Nei registri scolastici di Stratford non compare il nome di nessun William Shakespeare… E neanche i registri del Club In che Shakespeare frequentava lo menzionano, salvo il fatto – invece – che in questi elenchi figura Michelangelo Florio.
Otello, il Moro di Venezia

Al di là di ogni scettiscismo costruttivo, immaginiamo la difficoltà degli inglesi ad ammettere che il loro “superautore” non sia britannico doc. Cosa faremmo noi, se ci dicessero che Dante non era italiano, ma spagnolo, tedesco, inglese o fiammingo?

Commenti