LA DELUSIONE DEI NOBILI VENEZIANI VERSO L'AUSTRIA

A completamento del quadro fornito dallo storico Scarabello, nella sua introduzione alle memorie dell'ultimo Doge, aggiungo anche quest'altra paginetta.
"Certo, posti di rilievo furono dati a parecchi ex patrizi, Andrea Querini andò alla Marina e all'arsenale, Girolamo Ascanio Molin andò alla Direzione Generale della polizia: parecchi andarono a far da giudici nei tribunali; Zampiero Grimani (regista del giuramento a Francesco II), sarà Presidente del Governo Generale. Francesco Pesaro, come si è detto fece la sua ricomparsa in qualità di Commissario Impenerale.
Le illusioni che furono di qualche e patrizio veneziano, circa possibili recuperi di governo in termini di "corpo" aristocratico, caddero presto. Andranno per esempio incontro a delusione i membri (ex patrizi, tranne uno) di quella Commissione di cui ha scritto Gaetano Cozzi, creata (1800) per adattare alla realtà veneta le norme sull'amministrazione della Giustizia di cui al decreto Wallis del 31 marzo 1798.
Quei commissari (gli ex patrizi) si erano immaginati - e furono ovviamente disillusi - di poter richiamare in vita modi di giudicare e tipi di giudice peculiari di diritto veneziano, cioè di un diritto che era stato sempre politicamente indipendente rispetto al diritto romano comune imperiale.
Penetranti pagine sulla vicenda le si trova in Gaetano Cozzi,  Repubblica di venezia e Stati Italiani, politica e Giustizia dal sec.XVI al sec. XVIII...
Più tardi, con un editto del 1803, ci sarà un radicale riorganizzo dell'amministrazione della Giustizia civile e panale. Farà la sua compars
a una nuova gerarchia delle fonti del diritto la quale sovvertirà la tradizione veneziana: al posto dell'"arbitrium" (ai fini di superiore giustizia) il giudice uomo politico veneziano, si farà riferimento unicamente al diritto romano.

L'altro articolo lo trovate qua.
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