NEL 1920, INDIPENDENTISMO O FEDERALISMO. IL MERIDIONE.

CHI FRENA E CHI SPERA NEL FEDERALISMO, MA PER SCOPI POCO NOBILI, IN MERIDIONE.
Riprendo qui il discorso sulle istanze autonomiste (o secessioniste, qui da noi) nei lontani anni '20 del '900. Il dibattito era presente anche in Meridione, ma, sottolinea con una certa ironia Bruno Pederoda, i motivi non sempre erano dettati da desiderio di libertà.
Più semplicemente, una maggiore autonomia avrebbe consentito a una classe dirigente locale più corrotta (anche allora) della media nazionale, di spendere a spandere in maniera parassitaria i fondi pubblici.

"Il governo centrale ha molte colpe sulla coscienza, ha commesso errori enormi, si è lasciato talvolta dominare da partigianerie e da camorre specie quando si trattava del Mezzogiorno... ma chi conosce le amministrazioni locali specialmente del Mezzogiorno, sa quale disastro per i contribuenti sarebbe una autonomia più larga di quella concessa.. e i prefetti.. possono dire a quali gesta si abbandonano i piccoli comuni sfuggendo alle maglie già troppo larghe delle leggi..
Quasi tutti i comuni e le Provincie d'Italia VIVONO UNA VITA STENTATA PUR AVENDO SCORTICATO I CONTRIBUENTI FINO ALL'OSSO. 
Cosa pensare allora del gruppo di deputati meridionali che facevano capo al vituperato - dai Veneti - De Nava, i quali avevano sottoscritto un ordine del giorno volto a sostenere "La legittima reazione del Paese contro l'accentramento burocratico", a liberare il paese "dal soffocamento esercitato su di esso e a reclamare una riforma in senso contrario? Proposito di sottrarsi al non disinteressato paternalismo romano per lasciare campo libero alle proprie capacità e qualità innate o segreta intenzione di arrivar a disporre delle sovvenzioni statali senza essere chiamati a renderne conto, quasi da servitore a padrone? -

Se lo chiede Bruno Pederoda, ma è una domanda retorica, a guardare come oggi sono amministrate certe regioni, soprattutto al sud, non me ne vogliano gli amici meridionali.

cit. Bruno Pederoda -Tra le macerie e miserie di una regione dimenticata. Piazza editore 1999.

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