NASCE "EL CASTEO" IL CASTELLO DI PADOVA. LA SPECOLA.

L'ALTO MEDIOEVO

Con la caduta dell'impero romano d'occidente si apre per Patavium un periodo di progressiva decadenza. Rimane fra i domini dell'impero d'oriente ed è verosimile che in quel periodo, caratterizzato dalle continue incursioni di barbari, qualche forma di difesa militare vera e propria i bizantini l'abbiano apprestata, anche se non se n'è ancora trovata traccia certa.
Poi, intorno alla fine del sesto secolo la città subisce due eventi traumatici, che ne condizioneranno il successivo sviluppo. 

Nel 589, secondo la tradizione, viene inondata nel corso di un generale sconvolgimento idrografico della pianura padana: forse è questo il momento in cui il Medoacus/Brenta abbandona il suo corso, o almeno il suo corso inferiore, e viene sostituito, non sappiamo se spontaneamente o per opera dell'uomo, dal Retrone (l’odierno Bacchiglione), che in precedenza doveva lambire la città a sud. 
Pochi anni più tardi, nel 602, i Longobardi di Agilulfo la radono al suolo, sempre stando alle scarne notizie storiche. Certo è che il vescovo si sposta a Monselice, chiaro segnale di un'effettiva decadenza della città, che continuerà per almeno altri tre secoli.
Il vescovo ritornerà già a fine 700 con i Franchi ma solo nell'880 verrà nominata Padova in un diploma di Carlo III.
Nell'899 subisce poi una nuova distruzione da parte degli Ungari. 

Difficile pensare che per tutto questo periodo Padova sia stata in grado di darsi delle strutture di difesa di qualche rilevanza. 
Subito dopo l'incursione degli Ungari però le cose sembrano cambiare e i documenti registrano qualche segnale importante: nel 912 e di nuovo nel 915 re Berengario concede al Vescovo di Padova di costruire castelli ove necessario e nel 950 due diversi documenti fanno riferimento rispettivamente ad uno e a due castelli.
Mentre nel corso dell'XI secolo si riattivano ponti e vie di comunicazione, nel 1031 incontriamo la prima menzione esplicita di un castrum domo, un castello del duomo, evidentemente la residenza fortificata del vescovo. 
Poi, nel 1062, la notizia che qui ci interessa di più, perché finalmente si riferisce a qualcosa che possiamo in qualche modo ancora vedere: viene citata per la prima volta la Turlonga.
Per molto tempo se n'è dubitato, ma oggi sappiamo con certezza che quella Turlonga altro non è che la prima "incarnazione" della torre che, attraverso trasformazioni e ripetute ricostruzioni, costituirà il nucleo dell primitivo castello di Padova, intorno al quale si svilupperanno poi quello di Ezzelino e quello carrarese, per ospitare infine nel settecento la Specola che tutti conosciamo.

A successive menzioni della Turlonga, nel 1070 e nel 1102, seguono le prime notizie di spaldi, opere difensive verosimilmente in terra, forse irrobustite da palizzate in legno. il primo a venir nominato è presso le Turreselle.
Impossibile determinare con esattezza struttura e posizione di queste opere, anche se è logico supporre che le successive mura comunali ne seguano il tracciato.
Il terremoto del 1117 non interrompe la realizzazione di opere civili e religiose, anzi la accelera, con una rapida ricostruzione delle opere distrutte o danneggiate dal sisma. La città comincia ad espandersi oltre l'insula delimitata dalla prima ansa, nella quale si era forse ritirata durante il periodo più oscuro della sua storia.

Si incontrano i primi riferimenti a veri e propri muri di difesa, anche se non sembrano ancora essere organizzati in un sistema organico. Bisogna peraltro sempre ricordare che Padova era attraversata, già allora, da una rete di corsi d'acqua, grandi e piccoli, alcuni dei quali provvedevano già una minima difesa e si rinforzavano invece probabilmente con terrapieni o muri i punti più deboli e delicati e gli edifici più importanti.

http://www.muradipadova.it/lic/storia-in-breve.html

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