IL PREFETTO? FU UNA INVENZIONE NAPOLEONICA.

Napoleone, dopo il breve primo dominio austriaco, crea uno stato fantoccio, chiamato Regno d'Italia (1805-1814), sovvertendo le antiche istituzioni amministrative, legate storia e tradizione locali e anche la Venezia "da Tera" subisce un nuovo stupro. 
Il comando è verticistico, e ha come scopo principale, quello di rastrellare tasse su tasse (vi ricorda qualcosa, scommetto...) e carne da cannone per le guerre del "Primo Console, poi "lImpereur", il quale fu il primo a introdurre la "tassa sul macinato" colpendo così anche i più indigenti.
Incarnazione, (immaginiamo quanto fosse amata dai Veneti ormai alla fame) di questo nuovo potere statale fu la figura del Prefetto che l'Italia  unitaria, nata su l'impronta del modello centralista francese, ha pensato bene di conservare. 
"Nel'ambito del suo mondo provinciale, egli era, in piccolo, quello che in grande era il Primo Console di Francia: il responsabile e il regolatore supremo di tutta l'amministrazione dipartimentale, e della vita economica, civile e politica dei distretti (era il nuovo nome dei raggruppamenti amministrativi)  e dei comuni sottoposti. Un despota, se vogliamo, chiamato ad assolvere il ruolo di commissario politico, che rispondeva del suo operato direttamente a Napoleone.
A fianco del Prefetto vi erano due luogotenenti, con voto consultivo (quindi nessun rappresentante locale) e in grado di sostituirlo in caso di assenza: uno deputato agli affari amministrativi, l'altro agli affari di polizia e contenzioso, questi tratti dai notabili del luogo, in grado di dargli lumi, e di facilitargli l'incamminamento delle cose."  Fonte  Denis Vidale, la Repubbica e l'Imperatore
Eugenio di Beauharnais, vicere d'Italia. Il familismo una caratteristica di Napoleone che sistemò parenti stretti come reggenti in varie parti dell'Europa conquistata. 



Commenti