UNA PASTA PADOVANA
Un tipo di pasta che oggi è conosciuta nazionalmente ed
internazionalmente sono i bigoli (bigoi come li chiamamo noi).
Questa pasta rustica si conosce fin dal XIV secolo,
quando la Serenissima era in guerra contro i Turchi e, quest’ultimi, avevano fatto
affondare le navi che trasportavano, un ingrediente fondamentale della
alimentazione, il grano duro.
I granai della Dominante erano quasi vuoti così un pastaio
decise provare a mescolare il grano tenero con il poco grano duro che restava.
Il risultato fu un grosso spaghetto: bigolo non si sa da
dove proviene la parola, sembrerebbe che da vermicello dovuto al suo aspetto;
ebbe tanto successo che incontriamo questa parola anche nelle ballate e
filastrocche dell’epoca.
Si dovrà aspettare fino al secolo XVII quando questa
pasta entra ufficialmente come cucina tradizionale veneta.
Fu grazie ad un pastaio padovano Bartolomio Veronese,
soprannominato Abbondanza: questi venne autorizzato dal Consiglio del Comune a
godere del brevetto di una macchina inventata da lui (prese il nome di Torcio
Bigolaro).
Abbondanza si specializzò più tardi in altre forme grazie
alla sua macchina ma i padovani avevano predilezione per i bigoi.
Il bigolaro ebbe diffusione, nelle famiglie venete, a
partire del XIX secolo: lo strumento che tutti già conosciamo veniva fissato ad
un lato del tavolo e si faceva passare l’impasto per prendere la forma voluta.
Tra i piatti più antichi e più conosciuti nel Veneto ci
sono i bigoi in salsa, a base di cipolla ed acciughe o sarde.
Un piatto povero di origini contadine.....le sarde era un
alimento che offriva la Laguna e mescolate con carboidrati davano sostenimento
alla povera gente.
La nascita di questa ricetta pare sia frutto della
contaminazione con la cultura ebraica del ghetto veneziano e l’osservanza dei
periodi di digiuno
Commenti
Posta un commento