LA "STAMPERIA" REMONDINI DI BASSANO CON 1000 DIPENDENTI E 1000 VENDITORI SPARSI PER L'EUROPA


Venezia si spegne in un autunno magnifico, siamo alla fine del '700, ma lo stato veneto dell'entroterra sa ritrovare quello spirito mercantile ed imprenditoriale che fu della capitale nei secoli d'oro.
Oggi vi parlo brevemente dell'industria  tipografica dei Remondini di Bassano, " che si può assumere a modello di capacità imprenditoriale e di senso dell'avventura in campo economico  a livello europeo".

Nella seconda metà del '700 la stamperia impiega un migliaio di persone in un ciclo lavorativo di 24 ore su 24 che deve soddisfare un mercato globale in continua espansione. Nel 1772 Giovambattista Remondini scrive a un amico: voi siete buon testimonio che nessun altro, in tutta Europa fa lavorare tanti torchi quanto io fo da molti anni in qua. 

I venditori in cammino per le strade d'Europa superano il migliaio e sono tutti tesini della Valstagna o quasi. abituati da prima al mestiere di ambulanti come venditori di pietre focaie, si sono ora buttati sul nuovo marketing delle stampe di immagini popolari, di libri e santini, che illustrano il mondo o stimolano al fantasia, per pochi denari, delle classi più umili. Gli antenati del cinematografo, dei mass media, sono tutti nella produzione dei Remondini, che rivitalizzarono con tecniche di produzione moderna, l'editoria popolare.

Prima di partire il venditore tesino dà in garanzia i suoi campi in cambio delle stampe e il gioco vale tanto che spesso egli raddoppia la posta. ma non sempre gli va bene: "I Santi dei Remondini ga magnà i campi dei Tesini", ma i tesini non si arrendevano e continuavano a rischiare e a vendere per l'Europa e l'Italia.

Gli arcipreti di Tesino e Scrigno, nei loro attestati giurati del 1781 affermano che i tesini girano il mondo con i libri dei Remondini e con altre pubblicazioni "spezialmente ad uso dei Parrochi, delli altri Ecclesiastici e del Popolo e stampe di ogni genere".

Immaginando gli ambulanti con contrassegni luminosi, si vedrebbero le fiammelle spostarsi dalla Valsugana alla Moldavia e ai Carpazi, dalla Foresta Nera ai Paesi Bassi, fino alle Fiere di Poitou in Francia, alla Normandia.

In un manoscritto del 1845 si attesta che "a Pieve si ode parlare comunemente l'idioma Tedesco, Frncese, Danese, Polacco, oltre a tant'altri dialetti.. "

sunto da un saggio di Giampiero Brunetta "Gli ambulanti tesini, le stampe dei Remondini e la coltivazione dell'immaginario europeo" 

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