IL "DISTRETTO" DEGLI SPADAI DEL BELLUNESE. LE SCHIAVONE PER SAN MARCO E PER L'EUROPA.

La Repubblica di San Marco divise il suo Entroterra in veri e propri "distretti" industriali e agricoli, favorendo lo sviluppo di specializzazioni che furono poi il bacino della Venetia moderna.  Questo fu possibile attraverso una legislazione apposita, dazi protezionistici locali o esenzioni fiscali.
Il prodotto finito contribuiva poi  all'export dello stato, come nel caso delle spade prodotte nel bellunese.

"Belluno in passato fu una fucina inesauribile di spade. Grazie alle miniere delle vallate feltrine, dall'Agordino al Zoldano, da dove si estraeva dell'ottimo ferro, erano nati un po' ovunque insediamenti di abili artigiani che creavano manufatti che andavano dai semplici chiodi alle complicate serrature dalle elaboratissime chiavi. 
Lungo il corso del torrente Ardo, a nord est di Belluno, nelle località Busighel e Finisterre, ad iniziare dal XV secolo, affermati spadari forgiavano lame per le milizie della Serenissima e di altri eserciti europei. 

Da notizie riportate da storici del XVI secolo, si attesta che a Belluno venivano prodotte "fin a 25 mille spade di ogni sorta", mentre da un documento del 1578 sappiamo che alcuni gentilomeni inglesi siglarono un contratto con gli armaioli bellunesi per la fornitura di 600 spade al mese per un periodo di dieci anni. (Gianrodolfo Rotasso, storico bellunese)

Ecco quindi un esempio di complementarietà tra l'economia commerciale e marittima di Venezia  e l'entroterra veneto. Lungi dall'apparire una "madre arcigna", come oggi qualcuno favoleggia, Venezia aveva ogni interesse allo sviluppo industriale, boschivo e persino agricolo dell'Entroterra.

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