GLI STORICI ANTICHI IGNORATI DAGLI STORICI ITALIANI E L'ORIGINE DEI VENETI.





Qualche dubbio, leggendo gli storici antichi sarebbe dovuto venire ai primi studiosi italioti, sull'origine dei Veneti, dato che popoli con nome analogo erano disseminati in Europa e persino nell'attuale Turchia. 

Invece niente: memori del motto napoleonico per cui ogni prodotto della cultura umana che fosse grande, era francese per definizione (e si poteva rubare), si sono auto convinti che le maggiori culture pre romane erano autoctone, e quindi anche i paleoveneti erano e sono... italiani doc.

Eccovi invece le antiche fonti, le quali parlano dei veneti come di un popolo con origini e paretele molto diverse. 

Il grande poeta Alcmane (fine del VII sec. a.C.) canta a Sparta: "…i puledri (v)enetidi della (V)Enetide, regione dell'Adriatico" (frg. 1,46-51; 172 = Voltan 4-5);
Erodoto "padre della storia" (484 a.C.) parla di (V)Enetoi, Veneti illirici (I, 196,1) (del bacino del Danubio inferiore, in area balcanica) alimentando inconsapevolmente negli studiosi moderni l'equivoco ormai superato di Veneti = Illiri.

situla di Vaçe Slovenia

Il geografo Polibio (205 a.C.) paragona i due diversi popoli: i Veneti adriatici ed i Celti della Gallia Cisalpina (II,17,5-6 = Voltan 169);Plinio - detto oggi il Vecchio - (23 a.C.) scrittore di Como, enciclopedista ed ammiraglio della flotta romana descrive la Venetia adriatica ed i Veneti dell'Armorica, attuale Bretagna (Vannes), come aveva giá fatto C. Giulio Cesare (100 a.C.) nel suo De Bello Gallico, cosí pure Tolomeo (II sec. d.C.) e Cassio Dione (155 d.C.). Plinio include tra i Veneti anche i Venetulani laziali, nella sua epoca ormai scomparsi (III,69).
situla Posmon Montebellun

Il geografo e storico greco Strabone (63 a.C.) ci fa sapere che nella tragedia andata perduta "Gli Antenoridi" Sofocle nel dramma sulla presa di Ilio afferma: "… davanti alla porta di Antenore fu stesa una pelle di leopardo a segnalare che la casa non doveva essere saccheggiata: costui poi, assieme ai figli e con gli Eneti superstiti si salvó in Tracia, di lí riparó nelle (V)Enetica dell'Adriatico" (Strab. XIII,1,3 = Voltan 26), ma Strabone oltre a menzionare la tradizione annota: "…credo che questi Veneti (della Bretagna) siano i fondatori degli insediamenti veneti dell'Adriatico…ma lo dico senza insistere, per tali argomenti bisogna accontentarsi della verosimiglianza…" (IV,4,1 = Voltan 965).

Tacito (57 d.C.) storico e rétore della Gallia Transalpina localizza i Veneti (Venedi) nell'Europa Centrale, distinguendoli dai Sarmati (Germani, 64), mentre Pomponio Mela (etá augustea) definisce il Lago di Costanza Venetus lacus (III, 24); Il geografo Polibio (205 a.C.) paragona i due diversi popoli: i Veneti adriatici ed i Celti della Gallia Cisalpina (II,17,5-6 = Voltan 169).

Plinio - detto oggi il Vecchio - (23 a.C.) scrittore di Como, enciclopedista ed ammiraglio della flotta romana descrive la Venetia adriatica ed i Veneti dell'Armorica, attuale Bretagna (Vannes), come aveva giá fatto C. Giulio Cesare (100 a.C.) nel suo De Bello Gallico, cosí pure Tolomeo (II sec. d.C.) e Cassio Dione (155 d.C.). Plinio include tra i Veneti anche i Venetulani laziali, nella sua epoca ormai scomparsi (III,69). 



Commenti

  1. 1)Non vedo citato il più grande ed autorevole degli storici, Tito Livio, VENETO

    2)E’ importante inserire queste citazioni in un contesto storico generale ormai ben conosciuto.
    Intanto il flusso della civiltà/colonizzazione andava sicuramente dal medio oriente verso ovest , inimmaginabile il contrario, salvo eventi episodici.

    3)E’ scontato che, provenendo dalla Paflagonia, i Veneti, nella loro migrazione, si siano profondamente mescolati alle popolazioni stanziate sull’Adriatico.
    Le conferme di questi intensi scambi sono innumerevoli.

    4)Ovvio che dobbiamo immaginare la migrazione non come un fatto episodico, ma come un flusso durato per secoli e che non teneva certo conto delle barriere doganali odierne….
    Così il “Veneto” arrivava fino al “Venetus Lacus” , lago di Costanza.
    Come dici tu, è certificata da Cesare in persona la presenza, non solo “nominale”, di Veneti nel nord della Francia.
    Vale la pena di leggere il “De Bello Gallico” le affinità con i “Veneziani” sono impressionanti.

    http://www.slideshare.net/sergiobernardi/reita-a-cendrole-ed-i-retii-a-riese/12

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