BRAGADIN, GIGANTE IMMORTALE TESTIMONE DI FEDE IN DIO E NELLA PATRIA VENETA

VENETORUM FIDES INVIOLABILIS 

A metà di agosto, il 17,  nel 1571 si concludeva in maniera tragica la vicenda terrena di Marc'Antonio Bragadin.
Legato alla colonna dove fino a poco prima era collocato il leone marciano, Egli fu spellato vivo dal turco invasore. Morì da cristiano, senza odio, invocando il perdono divino sui suoi aguzzini e recitando, fin che le forze glielo consentirono, il "Miserere". Il suo ultimo pensiero fu alla famiglia, all'angoscia loro, "Quando sapranno", ma l'amore per la Patria fu più forte persino dei vincoli famigliari, e mai pensò di sottrarsi al suo dovere e allontanare l'amaro calice.

Prima di lui erano morti migliaia di soldati veneti (provenienti, come d'uso allora, da molte parti dell'Italia) che trovarono la forza di resistere per lunghissimo tempo a soverchianti, ferocissime, forze nemiche, aiutati da tutta la popolazione, uomini, donne, bambini e religiosi. Il rapporto era di uno a venti, e si divaricò ancora di più nel prosieguo dell'assedio, fino alla fine, in cui poche decine di stremati eroi, senza munizioni,  si arresero dietro impegno di un salvacondotto e dell'onore delle armi.

Poco prima dell'inizio dell'assedio, il Bragadin, rettore della città, fece coniare una moneta. Portava inciso: "VENETORUM FIDES INVIOLABILIS", che possiamo tradurre con "la fede dei Veneti è incrollabile", ricordando però che Fides aveva un'ampia accezione, e in questo caso, richiamava certamente anche la Fede nel Dio che difendevano fino alla morte. Poi vi era il più ampio significato di "fiducia, saldezza d'animo" e tutto faceva un "unicum" con la fede nel  Dio cristiano. All'epoca era così, e noi, miseri discendenti che vivono nelle tenebre attuali, che ad agosto pensiamo solo a dove passar le  ferie, questi animi grandissimi fatichiamo molto a comprenderli.

L'ultimo carrettiere, l'ultima prostituta di Famagosta, l'ultimo ubriacone, che si immolarono su quegli spalti invocando San Marco, magari proprio ad agosto, in quei momenti tragici e terribili, ma anche pieni di  bellezza, erano giganti nei nostri confronti.
Cerchiamo, nell'anniversario della morte del nostro grande eroe, di volgerci a loro col pensiero, almeno per un minuto,  con animo puro e riconoscente.

E allora ancora una volta, viva San Marco.

Millo Bozzolan

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