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Visualizzazione dei post da agosto, 2016

CHE L'ACQUA SIA BUONA E SANA (E GRATUITA PER I POVERI)

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Co 'sto bigolo porto un bezzo al sechio/ l'aqua a boteghe e a chi no ha pozzo in casa/ E' assae dolce e chiara co fa un spechio/ Di Elena Vanzan Marchini Molti autori, come il medico cinquecentesco Andrea Marini, ritenevano che l'acqua migliore fosse quella piovana e in quanto "dolcissima  e leggerissima" fosse la più indicata a salvaguardarela vita umana. Altri invece, affermavano che "fosse vischiosa, come mescolanza di diverse piogge cadute in diversi temi dell'anno". Ma al di là delle erudite discussioni, fu la necessità a indurre il governo veneziano a far trasportare l'acqua della Brenta con le barche acquarole per tener costantemente provviste le cisterne. Il Maggior Consiglio, con delibera del 1318 aveva individuato la Brenta come dotata dell'acqua più pura e più sana.  Nel 1425 il neonato Ministero della Sanità decretò una multa di lire 25, due mesi di carcere e la perdita della barca, per chi portasse in città "

I ZOGHI DE NA VOLTA, SENSA PLAYSTATION E COMPUTER

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Da un bel fascicolo edito da una scuola di Maerne Intervistando i nostri nonni riguardo ai giochi che facevano quando erano piccoli, abbiamo saputo che si divertivano con poche cose, semplici, spesso fatte da loro, perché non c’erano tanti soldi. Non c’erano i giocattoli come adesso, così si arrangiavano con quello che avevano. Quando i nonni erano bambini giocavano soprattutto all’aria aperta; attorno alle case c’era molto spazio per giocare: un bel giardino, i campi, le zone lungo i fossi… I maschietti si riunivano in bande e giocavano anche con le spade di legno, le fionde, le cerbottane…, arrampicandosi sugli alberi, raccogliendo la frutta di nascosto nei campi dei vicini… Questi sono i giocattoli e i giochi più ricorrenti:  - Cerbottana: Si prendeva un tubo, ad esempio il tubo Berna (quello che conteneva i fili elettrici), si preparavano gli “scartossi”, cioè striscioline di carta avvolte in forma conica, che venivano usati come proiettili. Si facevano delle grandi “ba

LA PUBBLICA CORRUZIONE E IL LEONE DI SAN MARCO. CHI RUBAVA E LUCRAVA SUI BENI DONATI.

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Di Nelli E. Vanzan Marchini ingresso scuola Grande di San Marco Anche chi rubava e lucrava sui beni donati per la carità ed il mutuo soccorso, rientrava nella categoria degli infami. Per questo, nell'androne della Scuola Grande di San Marco, oggi ingresso dell'Ospedale Civile, una lapide immortala il reo comportamento  del Guardian Grando che sottrasse risorse finanziarie e depauperò il patrimonio dei confratelli 8destinato al soccorsodegli indigenti): ZUAN DOMENICO RIZZO FU GUARDIAN DELLA SCUOLA  DI SAN MARCO BANDITO DALL'ECCELSO CONSEGLIO DI DIECI PER INFEDELTA' DEL SUO MANEGGIO ET PER HAVER INTACCATI E VENDUTI LI CAPITALI DELLA MEDESIMA CON INIQUE FORME E FRAUDI ENORMI. Sala dell'Albergo Lo stato veneziano era inflessibile quando giudicava gli amministratori disonesti delle istituzioni di mutuo soccorso e carità che dovevano garantire assistenza e cura.  Fede e sanità, Religione e Ragion di Stato avevano fondato ospizi ed ospedali,

EUROPA: LA SOSTITUZIONE DELLA POPOLAZIONE

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Nell'arco di una generazione, l'Europa sarà irriconoscibile. I paesi dell'Europa orientale registrano "le più gravi perdite di popolazione della storia moderna", mentre la Germania ha superato il Giappone, come il paese dove il tasso di natalità è il più basso del mondo. L'Europa sta invecchiando e non rinnova le sue generazioni, piuttosto accoglie un enorme numero di migranti provenienti dal Medio Oriente, dall'Africa e dall'Asia che sostituiranno i nativi europei portando culture con valori radicalmente differenti riguardo al sesso, alla scienza, al potere politico, alla cultura, all'economia e al rapporto fra Dio e l'uomo. Che il numero di decessi superi quello delle nascite potrebbe sembrare fantascienza, ma questa è oramai la realtà dell'Europa. È appena accaduto. Nel 2015, in Europa sono nati 5,1 milioni di bambini e sono morte 5,2 milioni di persone, il che significa che per la prima volta nella storia moderna l'U

LA RELIQUIA DI MARC'ANTONIO BRAGADIN, IL TRAGITTO FINO A VENEZIA

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Di Massimo Tomasutti Molto si è scritto e si scrive sul martirio di Marc'Antonio Bragadin a Famagosta ma relativamente poco sul tragitto della sua povera pelle e sul suo Monumento funerario nella Chiesa di S.S. Giovanni e Paolo a Venezia.  colonne veneziane a Famagosta, prive ormai del Leone La pelle dell'eroico Bragadin, conciata e impagliata, fu trasferita dai turchi come "trofeo" a Istanbul da dove la trafugo' nel 1580 il veronese Girolamo Polidori, uno dei pochi sup erstiti dell'eroica guarnigione veneta di Famagosta, fatto schiavo. porta marina a Famagosta   A Venezia fu accolta trionfalmente e sistemata nella tomba della famiglia patrizia Bragadin nella Chiesa di San Gregorio, presso la Basilica della Salute. Nel 1596 fu poi trasferita ai SS. Giovanni e Paolo e posta in una cassettina di piombo in un incavo nel retro dell'urna sovrastata dal busto marmoreo dell'eroe veneziano.  Una ricognizione eseguita nel 1961 ha conf

IL GIOCO DEL "PINDO£O", EL "BASEBALL" DE NOALTRI

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Era un gioco tanto diffuso, che per l'incolumità dei passanti, la Repubblica pensò bene di vietarlo nelle città: non si tolleri il gioco del pindolo (o massa e pindolo) per le strade e sulle pubbliche piazze . Era l'anno 1546 e ancora i nativi amerindi costruivano capanne in quel di New York. Il gioco consisteva nel colpire con un bastone di legno lungo 4-5 volte tanto, un bastoncino con due punte all'estremità, di circa 12 centimetri. Si posava a terra un sasso e poi si colpiva il bastoncino posto sopra, facendolo balzare in aria. Durante la traiettoria il giocatore lo doveva colpire di nuovo, per lanciarlo il più lontano possibile. Vi erano altre regole, ma in sostanza i ragazzi lo limitavano spesso a questa prima fase. Ovvio che questo,in centri affollati come Venezia, o nelle città dell'entroterra, questo gioco non fosse molto tollerato dagli adulti, che rischiavano di diventare dei bersagli involontari di qualche lanciatore. La Repubblica era sempre

LA DIFESA DELLA QUALITA' DELLA MONETA NAZIONALE: LO ZECCHINO.

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(la liretta non gli faceva neanche un baffo, allo zecchino, sentite qua... ) Di Giovanni Distefano, Atlante storico della Serenissima. E' nel 1551 che si istituiscono i due "Provveditori sopra gli ori e monete" per controllare il corso e il cambio delle monete e per colpire i falsari. Nel 1582, ora alle dipendenze del Senato, essi saranno tre e poi cinque alla fine del '600.  Questi magistrati controllano che l'oro abbia una percentuale stabile nelle monete e nelle "zogie" (gioielleria) e che non entri oro di cattiva qualità nello stato. Ad essi spetterà la vigilanza su pesi e le bilance destinate a saggiare il metallo. Nel 1734 i Provveditori non saranno più eletti, sostituiti da un Inquisitore che regola e cura il corso dell'oro e delle monete d'oro e d'argento, che i pagamenti siano fatti nelle città soggette alla Repubblica a mezzo di cambiali o pagherò, per un importo superiore ai 300 ducati (evitandone quindi il trasporto per

EROI VENETO ALBANESI DI SCUTARI: 1474, LA CITTA' RESPINGE IL TURCO DOPO UN DURO ASSEDIO.

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Scutari (albanese Shkodër) è una città dell'Albania nordoccidentale, capoluogo del distretto omonimo, situata sul lago omonimo, alla confluenza dei fiumi Bojana (Buenë) e Drin.  Antica capitale dell'Illiria, Scutari fu conquistata dai romani nel 168 a.C. I serbi occuparono la città nel VII secolo e nel XIV secolo la vendettero ai veneziani. In seguito subì la dominazione dei turchi che vi s’insediarono nel XV secolo e ne mantennero il controllo sino al 1913. Il 17 maggio del 1474, i turchi la assediano di nuovo, decisi a prenderla. Maometto II manda il suo Bey con 60 mila uomini La difesa dei veneziani e degli abitanti, condotti da Antonio Loredan e Tradiano Gritti è enrgica: "Non appena le mura erano in qualche punto demolite dalle artiglierie turche, le brecce venivano in qualche modo otturate con trasporti di terra".  Alla fine di luglio gli assediati sono allo stremo delle forze per mancanza di viveri e acqua e giusto alla metà di agosto So

IL LEONE COME MARCHIO DI QUALITA' DEL MADE IN VENETO NEL 1474... E OGGI??

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Di Giovanni Distefano Il 19 marzo 1474 il governo vara la bollatura con il marchio di San Marco quale garanzia di controllo e qualità. Si bolla e si bollerà tanto: si bolla con il sigillum dominii e con il segno distintivo dell'artigiano, si bolla in nome della bona fide sine fraude , si bolla a difesa delle leggi dello Stato sulla buona confezione dei manufatti della Dominante e per fare garanzia della qualità dei prodotti negli interessi dei privati acquirenti (oggi si direbbe. dei consumatori NdR).  Il sigillum dominii isolato da Venezia per la bollatura pubblica raffigura il Leone, attestato nei documenti scritti già nel 1273, ma probabilmente già esistente ancor prima, quando Venezia inizia a coniare una propria moneta. il grosso veneziano. E questo non solo nella Capitale, ma anche nelle principali città di Terraferma per i manufatti preziosi: a Brescia si usa il punzone con il Leone rampante,  a Padova l'immagine di Sant'Antonio, a Verona lo scudo crociato

LA QUINQUEREME FAUSTINA, L'AVVENIRISTICA NAVE MAI USATA IN BATTAGLIA

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Nel 1525 il veneziano Vettor Fausto, uno dei più stimati ingegneri navali dell'Arsenale, propone alla Signoria il modello di una quinquereme dotato di ben 300 bocche da fuoco. Una vera corazzata dell'epoca, un anticipo su quella che saranno le Galeazze usate poi a Lepanto, irte di bocche da fuoco, e che piegheranno da subito la flotta turca. La proposta è accolta e la nave varata poco dopo (il che la dice lunga sull'efficienza del governo del tempo). Il 28  aprile 1529 viene affidata al comando del Governatore Girolamo Canal (1483-1535) che se ne dichiara subito entusiasta.  Si chiama quinquereme "Faustina", ma avrà vita non molto lunga. Nel gennaio 1570, a pochi mesi dalla battaglia di Lepanto, un fulmine colpirà la nave, che brucerà interamente (vien da pensare alla manina di Allah... ) ma per fortuna c'erano le poderose galeazze in cantiere.  Questo tipo di nave non sarà più costruito perché troppo costoso da mantenere, anche come equipaggio. Si ch

IL NUOVO "SBORADORE" DEL PO .. E NON PENSATE MALE, BIRBANTI. VENEZIA E LE OPERE CICLOPICHE

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L'attuale configurazione del delta, dalla foce dell'Adige a nord al ramo meridionale di Po di Goro, è frutto di una grande opera realizzata da Venezia tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento: il taglio di Porto Viro. Il 17 dicembre 1598, il governo veneto, per por fine a continui allagamenti decide che " principalissimo et unico rimedio sarà il far un nuovo sboradore al fiume Po" . Dopo una serie di disastrose alluvioni nei territori di Loreo ed Adria con pericoli di interramento di Fossone e Brondolo ma anche di Chioggia e Malamocco e quindi della stessa laguna di Venezia, si decide di 'tagliare' il Po. In realtà ci sono anche fonti storiche che forniscono una motivazione più legata agli interessi immediati della Serenissima: la deviazione sarebbe servita per interrare la sacca di Goro ed il fiorente omonimo porto commerciale allo scopo di danneggiare gli Estensi di Ferrara che erano i concorrenti commerciali di Venezia nella

FRANCESCO FOSCARI, IL VECCHIO DOGE MORTO DI DOLORE, OFFESO ANCHE DA DEFUNTO DAL CONSIGLIO DEI X

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Hayez, l'ultimo incontro del Doge col figlio Nel 1487 Jacopo Foscari, figlio del Doge in carica, muore in esilio. I suoi precedenti erano burrasosi: tre volte condannato era stato bandito e confinato a Treviso, ed il doge aveva dovuto avallare le decisioni del Consiglio dei X, implacabile con la nobiltà che sgarrava. Revocato il bando, Jacopo torna ma viene accusato nuovamente per l'uccisione di Almorò Donà, uno dei tre capi del "Consejo dei Dieze" probabilmente per vendetta. e viene dunque condannato all'esilio nuovamente ma nella prigione di Canea(Creta) dove muore. Francesco Hayez – Francesco Foscari destituito    Il vecchio doge, ammalato e prostrato dalla notizia, viene obbligato alle dimissioni entro otto giorni dopo aver servito la Patria per oltre trent'anni. Ma contro di lui c'era forse un odio dovuto al fatto che la sua politica economica dei prestiti forzosi per finanziare l'espansione in terraferma, aveva impoverito molte famigl

BONIFACIO, PITTORE VERONESE, AL PRADO

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Come già ho detto in più occasioni, ho un particolare interesse nelle opere d’arte venete che nell’attualità si trovano in Spagna. I re della famiglia Asburgo ( la Casa de Austria come li chiamano in Spagna) ebbero una grande passione per la pittura veneta del XVI secolo. Questo è il caso di un bellissimo quadro che oggi si trova al Prado e che nel registro d’entrata dice che proviene del Alcázar (parola araba che significa fortezza, edificio fortificato) di Madrid nel 1700 “ en la pieza donde S. M. Dormía ” (nella stanza dove dormiva il re). Il quadro è intitolato La Adoración de los pastores ed è attribuito a Bonifacio de Pitati pittore veronese vissuto a cavallo dei secoli XV – XVI, anche se un primo momento si attribuiva a Palma il Vecchio. Bonifacio si traslocò a Venezia con la famiglia dove probabilmente si formò nello studio di Palma il Vecchio, fu l’alunno che più s’avvicina al maestro e spesso si confondono le loro opere. Il suo nome appare per la p

I SAVI ALLA SANITA', IL PRIMO MINISTERO DELLA SALUTE IN EUROPA, un primato veneto.

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Al'isola del Lazzaretto vecchio a Venezia, poi diventato ricovero di appestati La Repubblica di Venezia inventò il primo lazzaretto della storia (1423), poi imitato in tutta Europa, creò il Magistrato alla Sanità (1586) che monitorò il Mediterraneo per individuare i focolai di peste e arginare le epidemie con cordoni sanitari e contumacie. Grazie a queste misure la peste, dopo il 1630 non tornò più a Venezia, mentre continuò ad imperversare negli altri porti fino alla fine dell’800. Perciò a modello internazionale la Serenissima offrì un modello di riferimento per la prevenzione. Sul fronte interno difese la salute articolando una fitta rete di ospedali, fraterne e luoghi più controllati dallo stato, gestiti dalla carità cristiana, e alimentati dalla fede. Da “Venezia la salute e la fede” di Nelli Elena Vanzan Marchini medico che visita gli appestati I tre Nobili alla Sanità, nominati nel 1349 per la prima volta, durante le emergenze, vengono istituzionalizzati dal S

EROI VENETI. IL CORSARO "MORO" VOLEVA BATTAGLIA E GIROLAMO DA CANAL LO SISTEMA PER SEMPRE

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UNO DEI GRANDI della nostra storia e della marineria veneziana fu Girolamo da Canal, che diede impulso con nuove regole all'impiego delle galee. Fu lui a ottenere dal Governo per primo, come ciurma, un certo numero di condannati al remo.  Queste imbarcazioni, sempre carenti di uomini, dato che il mestiere era durissimo e rischioso, prima impiegavano solo volontari, chiamati "bonavoglia" o rematori di leva, arruolati nella Terraferma per un servizio limitato nel tempo.  Uomo ardimentoso e battagliero: lo scontro con il pirata Moro di Alessandria ne è la prova.  il Il monumento funebre a Girolamo, nel Pantheon degli Eroi a San Giovanni e Paolo Il primo novembre 1533 Girolamo da Canal scorta con 12 galee alcune navi mercantili destinate alla rotta verso Alessandria. Nelle acque di Candia si imbatte al tramonto in 13 galee de famoso corsaro barbaresco "Moro" di Alessandria (che pretende di essere il padrone della città) spesso assoldato dal sultano Soli

IL PRIMO ALBERGO AL MONDO

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Oggi parliamo di una data: 1253 , è una data storica come altre però a Venezia in questo anno venne alla luce la prima Casa Albergo del mondo ! Marco Ziani, nipote del famoso doge Sebastiano Ziani, Famiglia veneziana con considerevole fortuna...... Marco, quindi, aveva un grande patrimonio personale tra cui questa casa (oggi è il Ristorante Anima Bella). Marco era stato durante molti anni in Armenia e aveva molti amici armeni; amava quella terra! Prese la decisione di fare un lascito , che la casa presso il Ponte dei Ferali insieme ad una cospicua somma di denaro per il mantenimento fossero per ospitare agli armeni che soggiornavano a Venezia. Casa-Albergo Hay Dun dava la possibilità di ospitare per 3 giorni ai mercanti armeni in arrivo o in transito a nella città lagunare. Gli armeni erano già famosi per la vendita dei Kilim (tappeti), dal Caucaso portavano anche fichi, albicocche, meloni, mandorle e melograni. Più tardi vicino a questo albergo nasce i